Procida – Sessantotto per cento di falesie, quattordici per cento di spiagge, e 18 per cento di tecnocoste. Oppure solo 5 i vulcani presenti, la notevole presenza di posidonia, i faraglioni di Ciraccio, la difesa delle coste e come far rinascere un arenile. Basterebbero solo questi dati per far riavvolgere il nastro e godersi di nuovo l’incontro che sabato scorso si è tenuto nella sala del consiglio comunale di Procida.
Molto interessante – anche per via dei fenomeni franosi che da sempre attanagliano l’isola -apprendere che i tratti di costa, rappresentate da superfici erosive, si sono sviluppate nel tempo in seguito alle interazioni tra vulcanismo, tettonica, eustatismo e cambiamenti climatici. Un vero viaggio nel tempo tra processi geomorfologici e geo meccanici, oltre che alle attività antropiche.
Organizzata dall’area marina protetta Regno di Nettuno, l’iniziativa ha incluso la II edizione del Convegno “FONDAmentaLI”, ed è inserita nel programma di Procida Capitale italiana della Cultura.
Sabato è stata la volta del patrimonio geologico, vulcanologico e biologico dell’isola di Arturo a finire sotto la lente di ingrandimento di Professori e ricercatori che hanno letteralmente tenuto incollato alle sedie in una sala gremita, studenti e cittadini, giunti anche dalla vicina Monte Di Procida.
Procida Impara, uno dei caposaldi del dossier di Procida Capitale della Cultura 2022 ha destinato notevole spazio al ciclo di seminari ed incontri che si terranno per tutto l’anno per mettere al centro del progetto la conoscenza del territorio in un rinnovato modello di sviluppo di Citizen science.
«Nel nostro messaggio di capitale della cultura – ha detto l’assessore all’ambiente Titta Lubrano – è molto forte ed è molto presente il concetto proprio della condivisione del sapere, perché nell’ambito di quelle che sono le iniziative di Procida Impara, ci siamo messi nella posizione di creare le condizioni affinché la conoscenza fosse diffuso, fosse condivisa.
La cultura è sicuramente è sapere ed acquisire nozioni, ma non ha senso se è patrimonio di pochi. E quindi nell’ambito di questa finalità che vuole essere proprio la Citizen science, cioè proprio il coinvolgere il cittadino anche in momenti di apprendimento ed approfondimento tecnici, vogliamo lanciare la sfida appunto della conoscenza e attraverso questa la sfida della relazione d’amore. Io l’ho sempre detto, se io intendo in qualche modo proteggere un valore, un bene, devo conoscerlo per innamorarmene e di conseguenza fare di tutto per tutelarlo, per valorizzarlo, per proteggerlo, ed è proprio quello che vogliamo fare con questi seminari con l’area marina Protetta Regno di Nettuno, ma anche con l’intero calendario di Procida Capitale, con il nostro ambiente, con il nostro territorio, con la nostra meravigliosa Procida».
Anche il direttore dell’Area Marina Protetta Antonino Miccio ha rimarcato l’importanza di questi seminari.
«L’idea è quella di mettere a disposizione di tutti quanti quante più informazioni possibili, anche quelle che sembrano così lontane da noi come la geologia dei campi flegrei e che nella realtà condizionano la nostra vita tutti i giorni, condizionano gli habitat che ci circondano e quindi è fondamentale per chi ne ha voglia di conoscere anche queste realtà che molto spesso sono sommerse»
Relatori della giornata il prof. Carlo Donadio docente di Geografia fisica e geomorfologia presso il DiSTAR dell’Università di Napoli Federico II che ha toccato gli aspetti geomorfologici del sistema
Procida – Vivara.
La prof.ssa Paola Petrosino docente di Vulcanologia presso il DiSTAR dell’Università di Napoli Federico II che ha illustrato I vulcani di Procida nel quadro della storia geologica dei Campi Flegrei
E infine la biologa marina Maria Cristina Gambi, che ha parlato dei di rapporti tra ecosistemi marini e geologia, nei fondali dell’area marina protetta.
Quando si parla di cittadini attivi e partecipi alle attività lo sguardo va quasi sempre verso quelle sensibilità che magari in un giorno di pausa dal lavoro, vogliono essere presenti come Stefano Spinelli:
«Un incontro molto interessante perché ha visto la partecipazione di persone di indubbio spessore ed è stato molto interessante perché noi procidani conosciamo palma per palmo questa isola e rapportarci con delle persone che ci illustrano cose che noi naturalmente non possiamo conoscere, ci arricchiscono non poco. Davvero un incontro interessante».