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Consiglio Comunale: Antonio Neiwiller nominato cittadino onorario

DiRedazione Procida

Giu 3, 2022

Procida – «Nei giorni bui della pandemia, la nomina di Procida a Capitale italiana della Cultura 2022 è apparsa a molti commentatori come il segno di un profondo ripensamento negli indirizzi culturali (e politici) del nostro Paese; un orientamento, si è detto, più attento a ciò che è sommerso, fuori del nostro sguardo, non ancora violato dalle implacabili leggi del mercato.

Fu questa silenziosa atmosfera oltremondana, a indurre anche un artista come Antonio Neiwiller – napoletano, regista, attore, scenografo, artista visivo, morto prematuramente nel 1993 – a eleggere Procida, dove è sepolto, a luogo dell’anima: lo spazio ideale fisico e umano, che avrebbe permesso alla sua comunità di giovani attori di sperimentare un linguaggio teatrale diverso, non subordinato ai tempi della produzione e del mercato.

Neiwiller è stato un poeta della scena: un artista di frontiera (“perchè lì, spiegava, si può perdere l’identità ma si può trovare anche una realtà più vitale”), che negli anni Ottanta, con un gruppo di attori ai margini della società dello spettacolo, contrastò anche nel teatro la spinta omologante del “ritorno all’ordine”, rilanciando in Italia, sulla scia del regista polacco Tadeusz Kantor, la figura dell’uomo di teatro interartistica, in cerca, attraverso la pratica collettiva e antiproduttivistica del laboratorio, di un altro immaginario, di nuovi e inediti territori della creatività.

Fu dai laboratori che l’autore attore napoletano tenne nell’isola che la sua scena – attraverso lo studio della vita e dell’opera di maestri tra loro molto diversi, come Pasolini, Beuys, Kantor – si alimentò di un nuovo sguardo, senza che in nessun frammento della sua opera – scrisse Claudio Meldolesi, suo grande estimatore – prevalesse la maniera.

 E questo perchè Neiwiller riusciva sempre a tenere insieme un’idea totalizzante, utopica e spirituale del teatro, insieme a qualcosa di concreto, di materiale, inseparabile dalla nostra stessa esperienza umana. Nella magica atmosfera procidana, sotto l’ombra di Terra Murata, il suo teatro povero iniziò a popolarsi di ombre, di esclusi, di marginali della vita e dell’arte, di nomadi, che indossando lacere coperte fuggivano dalla fame, dalla povertà, dalle guerre».

Antonio Grieco ne scrisse di ciò poco più di un anno fa.

«A Procida, dunque, con la sua comunità di artisti attori Neiwiller scelse di sfuggire ad ogni forma di spettacolarità e mercificazione dell’arte per un teatro informale, dove l’incontro tra linguaggi espressivi diversi – dall’arte alla musica, dalla poesia alla filosofia – avvrebbe alimentato un nuovo immaginario.

Un altro sguardo. “Il sogno, appunto, di un teatro visionario”. Ricordarlo nell’anno in cui la piccola isola sarà capitale italiana della cultura, sarebbe un giusto e doveroso tributo a un artista che con un gruppo di giovani, in anni di ripiegamento e di restaurazione culturale – ha resistito alle sirene del mercato e del pensiero unico, da “clandestino” del teatro e dell’arte. Una proposta molto interessante al riguardo viene da Loredana Putignani, attrice e regista, docente all’Accademia di Brera, che da anni continua la propria ricerca poetica nel segno di Neiwiller. “Sarebbe auspicabile e molto bello, ci dice, che Procida lo ricordasse realizzando un centro studi di memoria attiva a lui dedicato per la formazione di giovani attori, dove far confluire il tantissimo materiale documentario (quaderni, quadri, fotografie, video dei suoi lavori), custodito da compagni di viaggio, da amici – anche da quelli che con lui hanno condiviso le fasi iniziali della sua sperimentazione – ed anche da istituzioni pubbliche come l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa dove si conservano preziosi documenti della sua storia artistica e umana”. Un centro aperto dunque anche a giovani artisti ed anche a scrittori, attori di generazioni diverse, che potrebbero qui – nell’isola che ha vinto il titolo di Capitale Italiana della Cultura con il dossier “La cultura non isola” – continuare a sperimentare un’arte libera e inclusiva incrociando lo sguardo di un grande maestro. Una proposta molto bella e giusta, questa di Putignani, che facciamo nostra auspicando che venga favorevolmente accolta dalle istituzioni e condivisa dai tanti artisti che continuano in suo nome a resistere e a ridisegnare il volto e l’anima del nostro teatro».

Ieri l’altro nell’ultimo consiglio comunale all’unanimità della sola maggioranza ( la minoranza all’atto del voto ha lasciato l’aula poiché chiedeva una discussione prima in commissione ) gli è stata conferita la cittadinanza onoraria.

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