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L’editoriale di Gino Finelli: ” Il traffico e i divieti: un problema che richiede una coscienza civica e una collegialità di decisioni “

DiRedazione Procida

Lug 10, 2022

Gino Finelli – Ogni giorno sui social e sulle pagine FB si legge di continue polemiche sul divieto di circolazione, polemiche divenute ancora più insistenti, in seguito ad una sentenza del Tar promossa da una società di noleggio di auto elettriche, che di fatto era penalizzata dall’ordinanza. Bisogna che si faccia un po di chiarezza e si cerchi di comprendere, da un lato le necessità, ma direi le abitudini della popolazione residente, dall’altra il bisogno di dare al territorio una regolamentazione di un problema, quale quello del traffico, affrontato sempre da tutte le amministrazioni troppo tardi e senza una programmazione. Ma anche per questa problematica, come del resto per tutte le altre, era ed è necessario un coinvolgimento della collettività, cioè un percorso di sensibilizzazione che faccia comprendere che determinate abitudini e comportamenti è tempo che vengano corretti e che si faccia qualche sacrificio per rendere accogliente e vivibile la nostra Isola.

L’attuale ordinanza prevede uno stop al traffico veicolare dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 17,30 alle 20 e ancora dalle 21 alle 0,30.

Ora, ritenendo personalmente indispensabile mettere un freno all’ anarchia che si determina per l’eccesiva presenza di auto e motorini circolanti, forse si potrebbe tentare di trovare una sorta di convergenza tra abitudini e necessità della popolazione, modificando leggermente le ristrettezze e implementando, per davvero il più possibile, le aree a traffico limitato e quelle chiuse alla circolazione.

Mi spingo dunque ad avanzare una proposta che potrebbe essere conciliante. Ad esempio si potrebbe spostare il divieto alle 11 del mattino fino alle 13, così come dalle 18 alle 20, quello pomeridiano abolendolo nelle ore serali, ma implementando la chiusura delle aree che sono oggetto di frequentazione per la presenza di ristoranti, bar e quant’altro.

E’ superfluo ricordare a tutti che in questo piccolo territorio con il poco spazio disponibile e con il notevole afflusso di visitatori, la regolamentazione del traffico è indispensabile e un freno all’ orgia di veicoli circolanti deve necessariamente essere messo.

Ma il problema più vero e determinate è quello di un controllo del territorio che consenta non solo di far rispettare le ordinanze, ma di far si che si eviti il disordine per soste irregolari e assenza di senso civico.

Sono oltre trent’anni che si assiste nel periodo estivo, alle lamentele e alla contestazione, qualunque siano le modalità, del divieto di circolazione. Ma chi contesta deve capire che non è più possibile continuare a vivere l’Isola nello smog, nella pericolosità delle sue strade e nel delirio che tutti hanno di voler, a tutti i costi, utilizzare qualsiasi mezzo personale pur di non camminare a piedi. C’è un tempo per tutte le cose e noi abbiamo superato di molto il tempo dell’assoluta assenza di regole che, oltre a determinare confusione e pericolo, ha inciso fortemente sulla salute e sulla prevenzione delle nostre malattie.  Allora si faccia chiarezza e si abbia il coraggio di dire che non si è disposti a tollerare alcuna imposizione o regolamentazione e si eviti di innescare la solita e rituale polemica strumentale e inutile perché ha il solo obiettivo di criticare senza affrontare la problematica e senza dare soluzioni alternative. Allo stesso tempo va sollecitato un atteggiamento di apertura al confronto dell’amministrazione attraverso un dibattito che coinvolga la popolazione e lasci spazio alle considerazioni e alle critiche, che ascolti posizioni e istanze alternative creando così un meccanismo democratico di confronto. Lo scrivo e lo dico da anni che per essere un buon leader bisogna che si sappia ascoltare, comprendere le istanze e le proposte alternative e confrontarsi il più possibile su piattaforme e idee differenti. Troppo spesso, anzi sempre, la voce del dissenso o di richieste differenti a quanto stabilito, viene messa da parte e usata a volte anche strumentalmente. Non è così che deve fare un politico, non è così che si rispetta la democrazia partecipativa e non è così che si unisce un popolo, già ampiamente diviso e settario.

Si è grandi quando si comprende che il cambiamento è inevitabile ed è nel corso delle cose, ma la crescita, quella personale, è sempre una scelta che richiede un viaggio che spesso fa più naufraghi che naviganti.  Oggi purtroppo c’è la tendenza a credere sempre di più nelle proprie capacità e ad usare atteggiamenti spesso arroganti e non di conciliazione. E’ il nostro tempo, quello del cambiamento dei valori e dell’assoluto personalismo. Mi piace a tal riguardo chiudere con una poesia di Trilussa che invito tutti a leggere con attenzione e riflettere:

“Conterò poco, è vero” diceva l’Uno ar Zero “ma tu che vali? Gnente, proprio gnente.
Sia ne l’azzione come ner pensiero rimani un caso voto e inconcrudente. Io invece, se me metto a capofila de cinque zeri tale e quale a te, lo sai quanto divento? Centomila. È questione de nnummeri. A un dipresso è quello che succede ar dittatore che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso”.

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