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Procida 2022, presentato il quaderno degli appunti per una buona accoglienza

DiRedazione Procida

Ott 11, 2022

Procida – È stato presentato la settimana scorso il quaderno/appunti per la buona accoglienza, un viaggio esperienziale con i procidani al centro del progetto che – inquadrato in Procida 2022, ha ripercorso l’identità dell’isola fornendo agli operatori turistici, commerciali ma anche semplici cittadini un dettagliato quadro del mondo isolano.

Snodo fondamentale è stato mettere al centro le parole che molto spesso si utilizzano per definire l’isola. C’è un primo gruppo di parole che spiega tanto e il senso di prezioso e di fragile che traspare da molte risposte. Un premio che però impone fatiche abilita la conoscenza di un codice da decifrare perché Procida appare come un forziere da aprire, un’ostrica da schiudere, una perla preziosa vale la pena cercare amarla e condividerla.

Un’isola circe verrebbe da dire magica ma anche ammaliante, inafferrabile, misteriosa, rarefatta.  L’isola dei miei sogni.

Anche vista d’amare dunque in una prospettiva visibile agli occhi Procida sembra non perdere la sua immaterialità, un miraggio, una visione onirica, un sogno che si avvera, un luogo da scoprire Affascinante e fascinosa, incantevole e poetica.

Per molti Procida è accogliente però un’accoglienza intima, un’accoglienza piccole dosi, un abbraccio colorato familiare, avvolgente deliziosa.

Per ogni Circe verrebbe da dire c’è sempre una nausicaa ad attenderti.  L’isola, dunque, naviga attraverso una dimensione epica, omerica, simbolica.  Scrive qualcuno l’isola sembra sospesa in un tempo antico, in attesa del ritorno degli eroi dal loro pericoloso viaggio in mare.

Per chi cerca l’incanto emerge dalle acque come una sirena e al mito delle sirene, si affianca l’immagine della conchiglia a suggellare il patto fra isole e il mare.

C’è chi cita una rima in un ardito mash-up Pino Daniele e Riccardo Fogli: “Quando arrivo a terra mia, quando parto malinconia” e non manca naturalmente Edoardo Bennato con la sua Isola che non c’è gettonatissimo nelle Jukebox di accogliere Procida: “seconda stella a destra questo il cammino e poi dritto fino al mattino poi la strada la trovi da te”

Non solo canzone, non solo canzoni d’amore però una percezione materica sensoriale sensuale traspare in chi associa Procida al Mediterraneo in chi la vede l’annusa, la tocca e la scopre selvatica “selvaggia” annota qualcuno.  Ha in ogni angolo qualcosa che puntualmente la rende magica, poco riverente nei confronti dei turisti, discreta, gentile, informale, rustica svela agli occhi di tutti però impone il prezzo del tempo, raccomandando ostinata pazienza.

Si comprende bene quale sarà la grande sfida che attende Procida negli anni a venire. In molti chiedono quasi invocano di accostarsi all’isola – e l’accosto come sa chi va per mare  – è sempre una manovra delicata, in punta di piedi.  Visitate in punta di piedi allora, ascoltate il silenzio, tenete alta la tensione per meglio percepire, avventuratevi, ritrovando il gusto della scoperta personale per cogliere scorci inusuali e fare conoscenza autentiche.

Alla narrazione delle parole poi è susseguito un vademecum di consigli per una buona accoglienza è il tratto dominante che emerge dagli appunti è quella di accettare e consigliare di vivere l’isola soprattutto con lentezza, con educazione, in punta di piedi

Unanime consenso ha avuto la raccolta di appunti tra le associazioni e tutti le persone interessate nell’accoglienza ma non di meno da parte dei cittadini isolani, come la sig.ra Bianca Di Finizio:

“Sappiamo bene come in passato sono state veicolate delle informazioni a dir poco ridicole. Quindi chi si interfaccia con i turisti e non solo l’operatore turistico, ma anche chi nel quotidiano come nel mio caso, quando faccio una passeggiata ed incrocio qualcuno che vedo in difficoltà –  è bene che sia informato sulle indicazioni da fornire e soprattutto capire come fornirle per un approccio vero ed autentico con l’altro.

Ascoltare il turista, perché non tutti cercano la stessa cosa, c’è chi è più interessato all’aspetto paesaggistico, al mare, alla spiaggia, chi – invece – al tratto culturale dell’isola e allora va indirizzato verso i monumenti o uno dei musei. Questo percorso fatto di visite e di formazione è stato molto importante per intuire il bisogno dell’altro che è fondamentale”

 

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