Procida – Poco meno di 24 ore e sarà 2023. L’isola lascia alle spalle un anno che resterà nella storia e che in un modo o in un altro ha segnato la cittadinanza e la comunità intera. Tempo di bilanci e di prospettive. Un modo per fare il punto su quello che è stato e su quello che sarà:
Quest’oggi è la volta del Sindaco Dino Ambrosino:
- Siamo agli sgoccioli di questo anno. Tracciamo un bilancio
«Il nostro percorso amministrativo è cominciato con le insidie del rischio del dissesto. Oggi invece, nell’ottavo anno, grazie a Procida Capitale abbiamo messo i conti in sicurezza. Questo è il risultato più strutturale del lavoro fatto nel 2022. Bilancio in sicurezza significa avere la capacità di tirar fuori le risorse per offrire più risultati ai cittadini.
Poi c’è il grande tema di Palazzo d’Avalos: Procida Capitale ha dato un’accelerazione alla sua rigenerazione, creando un grande attrattore culturale nel centro dei Campi Flegrei. Questo ci renderà più semplice il compito di trovare risorse per la sua ristrutturazione, e una parte dei lavori sono già cominciati».
- Procida 2022 è stata una vetrina importantissima. Gli anni a venire come te li immagini?
«Continueranno a venire tanti turisti a Procida, perché la notorietà acquisita non si esaurisce in un anno. Ci sarà un ritorno di pubblicità ed il passaparola. Insomma, Procida tornerà ad essere una terra attrattiva brulicante di umanità come lo è stata nel corso del Settecento e dell’Ottocento. Torniamo ai fasti del passato, dopo aver trascorso il Novecento nel cono d’ombra di Ischia e Capri».
- Sul piano personale, sei stato l’uomo forte della politica dei campi flegrei. Perché non hai approfittato delle elezioni di settembre e ti sei candidato?
«La tua valutazione mi sembra molto generosa. Comunque, non sento il desiderio di fare politica nelle istituzioni al di fuori del nostro territorio. Non ho provato in Città Metropolitana, né alla Regione, né al Parlamento. A me piace la dimensione amministrativa concreta e vicina alla comunità che si può vivere solo nei comuni. Poi, personalmente, mi spaventa la voracità di un sistema politico nazionale che fa e disfa i personaggi politici in pochissimo tempo.
Mi spaventa il rischio che il lavoro delle persone sia giudicato esclusivamente in base a un sentimento superficiale. Diversamente, nelle comunità locali, conosciamo bene le storie e gli obiettivi raggiunti. Il centro del nostro impegno continuerà ad essere Procida e credo che abbiamo portato risultati apprezzabili anche senza un ingaggio diretto nella politica delle altre istituzioni».
- Congresso del Pd. Con chi stai?
«Sinceramente non ho deciso ancora, voglio ascoltare bene prima di sostenere un candidato. Questa volta non mi posso orientare con i miei riferimenti politici poiché tantissimi amministratori locali sono con Bonaccini mentre tanti amici sono per la Schlein».
- Ci credi ancora al terzo mandato?
«Non credo che l’attuale Parlamento concederà questa possibilità, la maggioranza delle amministrazioni locali sono a guida di centro-sinistra. E comunque se è stata messa questa regola, c’è una logica e una motivazione».
- È presto, siamo al giro di boa. Come te lo immagini il tuo successore della “Procida che vorrei”?
«Credo che Titta abbia mostrato i risultati più significativi tra il prima e il dopo la nostra amministrazione. C’è stato proprio un cambio di visuale, prima eravamo abituati a tollerare finanche lavatrici e frigoriferi per la strada. Oggi se c’è erba nelle connessure dei marciapiedi, scattano le foto denunce su facebook».
- L’augurio alla comunità per questo 2023
«L’augurio è di mantenersi sobri, equilibrati e rispettosi del prossimo. Di tenere sempre conto che gli altri siamo noi. Abbiamo la possibilità di essere felici su questo lembo di terra e dobbiamo impegnare tutte le nostre energie con questa finalità».