Sebastiano Cultrera – Il PD non è morto. È vero che non si sentiva molto bene, ma ha dimostrato vitalità nei circoli e grande (imprevista?) vitalità tra i cittadini che si riconoscono nella sua linea. La vittoria di Elly Schlein andrà meglio analizzata, e sarà solo il tempo per farci capire, nei fatti, cosa cambierà, veramente, nel Partito Democratico.
Intanto la vittoria di Schlein è, di per sé, un dato nuovo. Non era la favorita e non era neanche previsto che riuscisse a convogliare persone nuove ai gazebi. In realtà rimane, soprattutto tra i sostenitori più stretti di Bonaccini; il dubbio se questi “nuovi” sostenitori del PD, e di Schlein in particolare, siano effettivamente nuovi o vecchi militanti bersaniani o dalemiani, “lavati con Perlana”.
Dal mio punto di vista di “antico” riformista, al di là delle vicende interne, vorrei comprendere meglio le dinamiche politiche future. La preoccupazione principale è di essersi infilati in una stagione in cui possa prevalere la “vocazione minoritaria”. Le priorità declinate dalla Schlein non sono, purtroppo, le priorità del paese. Sono bandiere identitarie di una sinistra prevalentemente autoreferenziale.
Il riformismo è storicamente minoritario nel percorso della sinistra italiana e questo passaggio conferma che gli entusiasmi e la partecipazione si raccolgono maggiormente attorno a temi identitari. Che poi, regolarmente, sono insufficienti a farci vincere le elezioni. L’elezione della Schlein sembrerebbe, a prima vista, un grande favore fatto alla Meloni e alla stabilità di questo governo.
Ma non è detto che questa stagione sia una inutile perdita di tempo, perché forse una certa compattezza e qualche entusiasmo si può ritrovare, proprio nell’esercizio di una opposizione al governo di tipo identitaria ed ideologica. Nel frattempo bisognerebbe preparare una nuova piattaforma riformista che Bonaccini e Base Riformista non sono riusciti a declinare. Il “Partito degli Amministratori” e delle Liste Civiche ha dimostrato, ancora una volta, di non riuscire a portare consensi né alle politiche e neanche di coinvolgere bene il proprio popolo. Ha vinto chi aveva una ipotesi politica (diversa dalla mia, ma autenticamente politica) e chi ha coinvolto sulle idee e sul futuro; e non sulla falsa “concretezza” dei Governatori e dei Sindaci.
Credo sia opportuno continuare a lottare all’interno del Partito Democratico. Non dimentico mai la lezione di Enrico Morando che sostiene che il riformismo è una prassi politica ed una indicazione di percorso alla soluzione dei problemi che è praticabile SOLTANTO da chi ha numeri e forza politica capace realmente di incidere nella realtà. L’idea di fare o aderire a un piccolo partito che faccia testimonianza riformista è suggestiva, e magari gratificante ai fini di una (presunta) coerenza ideale.
Ma non è efficace né funzionale ad un progetto riformista. Servono capacità, forza e intuito politico per disegnare un nuovo percorso. Magari contribuendo con idee differenti della Schlein, con più contenuti e più capacità di Governo.
L’idea di un PD riformista, progressista e popolare è una idea necessaria: per primo al paese e ai cittadini italiani e poi allo stesso PD. Bonaccini non ne potrà più essere il depositario e neanche Guerini e gli ispiratori di Base Riformista. Il mio desiderio sarebbe che un’altra grande e giovane donna democratica, cioè Anna ASCANI, possa scendere, prima o poi, direttamente in campo, alimentando con idee e proposte un confronto interno sempre più necessario.
È una strada stretta, ma in fondo ci potrebbe essere un grande sbocco. E sarebbe, per riformisti come me, la garanzia di cittadinanza in un Partito che, invece, temiamo possa avvitarsi nel massimalismo identitario con suggestioni populiste.
Nella nostra isoletta, Procida, il segretario del Circolo Raimondo Scotto di Covella ha ottenuto un grande successo di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini. In una domenica invernale ed uggiosa circa duecento procidani sono andati a votare alle Primarie. Anche a Procida ha vinto Elly Schlein, col 62 per cento, che godeva dell’appoggio del Sindaco e di tutta la compagine amministrativa.
Il 38% di Bonaccini testimonia la vitalità del circolo e la sua dialettica democratica interna. Prossimamente ci saranno le elezioni, sempre con le primarie, per i rinnovi del segretario Regionale, del provinciale e degli organismi locali. Il mio auspicio, per Procida è che il Buon Raimondo voglia continuare il buon lavoro portato avanti finora. Tuttavia il metodo democratico vincerà anche in quelle occasioni. Ciò è bene perché proprio quel metodo è stato quello capace di creare una sorpresa e una svolta nel maggior partito del centrosinistra italiano.