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“Una perla sul mare”: la chiesa della Marina. Uno scrigno di bellezza e storia

DiRedazione Procida

Mar 3, 2023

Procida – Ci sono libri che non dovrebbero mai mancare negli scaffali delle librerie dei procidani. Ma forse anche di chi la visita o la frequenta.

Tanti, negli anni, gli studiosi, professori, ma anche scrittori, che hanno scelto Procida e le sue bellezze, per editare un manoscritto. Qualcuno ha avuto fortuna, qualcuno meno. Tanto che ad esempio negli scaffali della libreria del porto dedicati a Procida, non si contano ormai più i libri che parlano in un qualche modo dell’isola.

Di qualcuno avremmo potuto pure fare a meno, tanto sono intrisi di retorica, di ripetizioni e poco amore verso lo scoglio isolano, utilizzato solo perché parlare e scrivere di Procida faceva ( e fa ) tendenza.

Non è il caso – invece –  di un’autrice isolana, Carmela Cibelli,  che nel suo “Una perla sul Mare” edito da Youcanprint, riannoda i fili di una storia centenaria della chiesa “ra’ marin” e lo fa mettendo tra le parole e la grammatica, gocce d’amore,  di passione e dove compare perché no, anche un velo di tristezza.

Ma si sa che una “perla” nasce da una ferita, da un granello di sabbia che ferisce un’ostrica.

Carmela, per chi non la conosce, è l’anima della chiesa di Sancio Cattolico.  E nel libro, un misto di arte e bellezza corredato da foto e didascalie, l’autrice prende per mano il lettore e lo porta a scoprire il vero volto di una parrocchia – faro di fede, di cultura, di tradizione –   che si perde indietro nei secoli.

Una chiesa che trasuda di incenso, di salsedine, di preghiere, di sacrifici e generosità dei marinai e della gente di mare che la edificarono nel nome di Maria SS.della Pietà, “Stella Maris” e di San Giovanni Battista.

Il libro non è una storia – come ella stessa dice – ma bensì un viaggio iniziato oltre trent’anni fa nell’ordinare il patrimonio di documenti e testimonianze dell’archivio parrocchiale, e frutto della scrupolosa  ricerca da documenti dell’ Archivio Diocesano di Napoli, di libri storici di Procida, da  manoscritti e in alcuni casi anche dalla tradizione orale.

Un libro come un lungo diario, che è stato frutto di tantissimo studio e che ha permesso di mettere assieme personaggi, avvenimenti e fatti di una storia secolare. Un lavoro iniziato più volte e poi è rimasto per anni in un cassetto, riposto e più volte ripreso come fino allo scorso anno, quando Carmela ci ha rimesso mano e sul finire dello stesso l’ha editato.

E così, la fatica letteraria che parla in sostanza di una Chiesa e della sua grancia, diventa occasione per premere rewind, riannodare il nastro dei ricordi e provare a raccontarsi: “Sei divenuta, cara mia Chiesa, più preziosa della mia stessa casa: ho dedicato a te il mio tempo, la mia passione, la mia vita” scrive Carmela.

E come non trovarci anche qualcosa in più di un amore. Dedicarsi anima e corpo alla fede e alla storia di un luogo unico al mondo, per lasciare ai posteri la testimonianza documentale di una chiesa, ma forse anche e soprattutto, provare a racchiudere in quelle  pagine – come se fosse uno scrigno dell’anima –  il proprio volto e la propria anima, fusi da  decenni con le pareti di quella che era e resta una “Perla” di Procida.

 

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