Procida – Un articolo apparso in queste ore sul periodico “Procida Oggi”, dal titolo “Sindaco Ambrosino. Procedimento giudiziario” ha riacceso la polemica politica giornalistica sul territorio.
A dire il vero non ne sentivamo la mancanza, ma tant’è.
Il punto – secondo il giornale – sono una serie di omissis che si leggono in una delibera dello scorso 3 marzo con cui si da mandato ad una avvocato di difendere il sindaco da un ricorso presentato contro di lui (per una richiesta di archiviazione) in sede giudiziaria.
In più il pezzo rimarca il fatto che alla votazione in giunta per deliberare avesse preso parte pure il sindaco e porta a corredo una sentenza del consiglio di stato.
Poi l’articolo fa una serie di constatazioni politiche con riferimenti ad altri casi giudiziari che in questi anni hanno fatto da cornice alla vita politica isolana.
A chiarire cosa è accaduto, non in questi mesi ma bensì sei anni fa è stato lo Sindaco dal suo profilo social:
«Il Giudice del Tribunale di Napoli, su proposta del Pubblico Ministero, ha archiviato il procedimento giudiziario lo scorso 14 di marzo 2023. Tre settimane fa insomma. Avremmo dato questa semplice risposta se fosse stato chiesto a me, o a qualche membro della Giunta, prima di mettere in prima pagina il Sindaco di Procida e le sue presunte disavventure. Va in edicola un giornale già vecchio, che del resto oramai si dedica quasi solo alle accuse gratuite, e ben poco allo stimolo costruttivo verso la classe dirigente. Brutta fine per i nostri “garantisti”.
Se mi fosse stato chiesto, avrei raccontato volentieri questa vicenda che per me rimane assurda, anche se la Giustizia ha seguito il suo corso. Il procedimento prende avvio dalla denuncia della Segretaria Comunale in carica nel 2017, con cui i rapporti si incrinarono, nonostante le positive aspettative. Erano momenti in cui tutti noi amministratori cercavamo di dare il massimo, dalla mattina alla sera, tra le difficoltà del dissesto e le gravi criticità del funzionamento degli uffici. Nell’emergenza, trovai il muro di gomma da parte del primo dirigente del Comune, quello che per status e funzione doveva essere il primo collaboratore del Sindaco. Fioccavano le lamentele dei cittadini e la frustrazione degli amministratori.
Dopo mesi che a parole non ci intendevamo, cominciai a scrivere delle note, del tenore di questa che qui allego. Nulla di sconvolgente per carità: i cittadini per quegli stessi problemi si rivolgevano a noi amministratori con ben altri rimproveri. Visto che comunque non vedevo risultati, decisi successivamente di decretare il taglio di una indennità. Lo stipendio del Segretario Comunale restava comunque in assoluto il più alto di tutti gli impiegati. Lei reagì e denunciò, per quello che sarebbe diventato un procedimento penale per accertare il reato di mobbing.
In sintesi: il Sindaco legge sui giornali e sui social ogni genere di insulto quando non funzionano le cose. Se le traduce in termini educati rimproverando chi di dovere, si becca la denuncia. E poi c’è il rincaro della dose, col giornale che ti mette in prima pagina senza neppure indagare su cosa stia accadendo.
Si dirà: è una questione economica, hai chiesto il rimborso delle spese legali! Si, è vero, ma le contestazioni riguardano un comportamento che ha l’obiettivo di migliorare i servizi da rendere alla cittadinanza. Rappresento i cittadini ed in loro nome esorto chi di dovere a fare la sua parte. Non può essere condannata la condotta di chi sente addosso i problemi della comunità e si comporta di conseguenza».
In serata non si è fatta attendere la risposta della Redazione del Procida Oggi:
«Egregio sindaco,
La invitiamo a leggere con maggiore oculatezza il testo dell’articolo pubblicato sul prossimo numero di Procida Oggi in edicola. È detto chiaramente che il PM aveva respinto il ricorso di “omissis” a cui “omissis” si era opposta e che auspicavamo la sua archiviazione, a cui aggiungiamo l’auspicio che sia definitiva e la vicenda si sia conclusa, con recupero di spesa.
Potrà così apprezzare che il senso dello scritto non era come ha voluto interpretarlo, bensì la mancanza di trasparenza e di pubblica informazione dell’oggetto omissis del contendere, di ignota rilevanza, nella delibera di giunta adottata e da noi richiamata, su un procedimento giudiziario di cui peraltro si ipotizzano spese a carico dell’Ente e quindi dei cittadini.
Si tratta di osservazioni su metodi di gestione adottati, fin troppo spesso, che non condividiamo e non solo per il caso che ci occupa ma anche per ben altri che segnaliamo alla Sua attenzione, anche in questo numero del giornale, affinché ad ogni buon fine prevalga una corretta trasparenza negli atti pubblici senza “omissis”, per quando non dovuto. Grazie e buona lettura».