Procida – Non bastavano due anni di pandemia. Dopo il Covid-19 a stravolgere le nostre vite lo scorso anno arrivò il conflitto tra Ucraina e Russia. Una guerra che ha acceso il dibattito e sta turbando le coscienze di molti per la scelta di sostenere anche con le armi la resistenza ucraina. In questi giorni di celebrazioni legate al 25 aprile, in tanti si sono interrogati sulle possibili soluzioni.
Ad un anno e più dall’inizio del conflitto, pare che non ci siano per ora vie di uscita se non quella della solidarietà e vicinanza al popolo ucraino.
Martedì – dunque – in tutti i marina del Gruppo Marinedi, leader nel mercato italiano ed europeo per lo sviluppo e la gestione di marina e primo network di marina nel Mediterraneo, si è tenuto per il secondo anno consecutivo la cerimonia dell’alzabandiera del vessillo ucraino in segno di solidarietà nei confronti di questo popolo aggredito.
Un gesto simbolico ma dal forte significato per affermare l’avversione del gruppo verso ogni forma di violenza e l’affermazione dei principi di libertà, democrazia e pace. Dell’iniziativa è stata messa al corrente anche la rappresentanza diplomatica ucraina in Italia.
“Lo scorso anno – ha spiegato l’ingegnere Renato Marconi, Amministratore delegato e fondatore del Gruppo Marinedi – abbiamo alzato la bandiera ucraina nei nostri marina nei giorni immediatamente successivi lo scoppio della guerra. Quest’anno, invece, abbiamo scelto la data del 25 aprile, con l’auspicio che questa possa essere la primavera di una nuova e durevole pace”.
La bandiera ucraina continuerà quindi a sventolare accanto a quella italiana e a quella della Comunità Europea, per sottolineare sia gli ideali fondanti del nostro Paese, che, come recita l’art. 11 della Costituzione, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, sia quelli dell’Unione Europea, condivisi dal Gruppo Marinedi.
Non solo barche allora. Marinedi, da anni con i suoi 14 porti in Italia, rappresenta un fiore all’occhiello anche di un modello di sviluppo territoriale e perché no anche umano, unico nel suo genere. Da tempo infatti – a Procida – il gruppo Marinedi ha messo e mette a diposizione del territorio i propri spazi, le proprie risorse e finanziando altresì anche numerose attività culturali. Un modello di condivisione che ha portato all’ ampliamento dei servizi e incremento delle potenzialità già presenti sul territorio, promuovendo e favorendo progetti come quello che ha visto Procida Capitale della Cultura.
Attualmente sono 14 i porti che rientrano nella rete del network, e toccano tutti i mari italiani, dal Mar Ligure all’alto e basso Tirreno, dallo Ionio all’Adriatico. Sono strutture caratterizzate da efficienza e qualità dei servizi, ma soprattutto in grado di valorizzare il territorio in cui operano, attirando un turismo nautico di qualità, che giova alle località costiere e all’entroterra. Ed è proprio in questa ottica che all’ultimo salone della nautica di Düsseldorf è stato messo in evidenza quanto tra gli obiettivi dichiarati c’è proprio l’intenzione di attirare l’attenzione di più navigatori possibili.
“In tal modo – disse Marconi – valorizzeremo le peculiarità che distinguono ciascuna marina della nostra rete nell’alveo dell’accoglienza Made in Italy e diffonderemo anche tra questi diportisti stranieri una cultura del mare che miri a tutelare e preservare le ricchezze del Mediterraneo. Un impegno che allo stesso tempo valorizzerà il tessuto socioeconomico dei territori interessati”.