Procida – Alla congrega dei turchini il priore Matteo Germinario spunta con una matita tutte le ultime cose da
fare. La segreteria è in fermento con i soliti ritardatari che chiedono di iscrivere un mistero o
scrivere un portatore di statue.
Quelle stesse che domani mattina verranno portate a Terra Murata per la processione di Venerdi.
Stasera, intanto, un’altra importante “funzione” segnerà questo periodo dell’anno molto caro ai
Procidani, ovvero nella messa il Canto solenne del Miserere.
Miserère mei, Deus, secùndum magnam misericòrdiam tuam. Et secùndum multitùdinem
miseratiònum tuàrum, dele iniquitàtem meam. Àmplius lava me ab iniquitàte mea, et a peccàto meo
munda me. (…..) Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il
mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. (…..)
Durante il periodo quaresimale uno dei momenti di maggiore devozione procidano è il Mercoledì
Santo per l’esecuzione corale del Miserere, il più conosciuto dei sette salmi penitenziali della
liturgia cattolica.
In questo salmo il peccatore esprime il suo pentimento ed invoca la misericordia divina. La
tradizione giudaica ha posto il Salmo sulle labbra di Davide sollecitato alla penitenza dalle parole
severe del profeta Natan che gli rimprovera l’adulterio compiuto con Betsabea e l’uccisione di Uria,
suo marito.
Domani invece altro suggestivo rito la sera appunto del Giovedì Santo, quando viene svolta la
suggestiva processione dei dodici Apostoli.
La processione viene organizzata ogni anno dalla più antica confraternita dell'isola, quella dei
Bianchi o del SS. Sacramento, fondata nel 1583 dal cardinale Innico D'Avalos d'Aragona.
La Lavanda dei Piedi
La prima parte del rituale della processione, si svolge nell'Abbazia di San Michele Arcangelo (da
qualche anno viene, tuttavia, svolta nelle varie chiese dell'isola). Dodici confratelli dei Bianchi,
indossando il loro abito di confraternita, durante la solenne messa, celebrano il rituale della Lavanda
dei Piedi.
La Processione
Al termine della messa, gli apostoli s'incappucciano e con una croce sulla spalla, una corona di
spine sul capo procedono in processione scortati dalla figura del "centurione", dai cerimonieri, dai
restanti partecipanti della confratenita e da altri uomini appartenenti ad altre confraternite che
sfilano con in mano dei grossi ceri.
Le soste della processione vengono effettuate presso le chiese che s'incontrano lungo il percorso.
Al termine della processione, gli apostoli sostano in una chiesa prestabilita per il rituale dell'Ultima
Cena.
Gli apostoli, disposti lungo un grosso tavolo, consumano un fugace pasto a base di legumi, pesce
arrostito, agnello, pane azimo e vino.