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Tra i marangoni del ciuffo che scelgono la  Riserva di Vivara

DiRedazione Procida

Ago 12, 2024

Procida – Tra gli ospiti più straordinari della Riserva ci sono i Marangoni dal ciuffo, che in questi giorni sono stati fotografati: assomigliano ai più diffusi cormorani, dai quali differiscono però  per una struttura più esile ed alcune caratteristiche del becco, e per la presenza del ciuffo sulla testa degli adulti in piumaggio riproduttivo. 

Da giugno a ottobre sono una presenza quasi costante sull’isolotto di Vivara, come documentano queste foto, e in generale nelle acque del Regno di Nettuno: si tratta probabilmente, spiegano gli ornitologi, di individui in dispersione giovanile dai siti riproduttivi, forse nell’arcipelago delle Pontine o in Sardegna, dove la specie si riproduce

Il Marangone dal ciuffo è una specie che rappresenta la vita pelagica in modo eccezionale. Questo uccello si trova sia nel Mediterraneo che nell’Atlantico, ma le tre principali sottospecie hanno una distribuzione diversificata: Riggenbachi predomina nell’Africa nord-occidentale, la sottospecie nominale vive nell’Europa occidentale e settentrionale, mentre la Desmarestii è presente nel Mar Nero e in tutto il bacino del Mediterraneo, inclusa l’Italia.

In Italia, i principali gruppi di Marangoni dal ciuffo si trovano in Sardegna e nell’Arcipelago toscano. Ci sono anche piccoli gruppi in Sicilia, nell’Arcipelago delle Pelagie. Questa specie ha abitudini tipicamente pelagiche ed è molto abile nella pesca, persino nel perseguire le prede sott’acqua fino a catturarle.

Sebbene sia raro incontrarlo in mare aperto, è più comune avvistarlo vicino alle baie, dove costruisce i suoi nidi su rocce, isolotti e altre formazioni rocciose nascoste in anfratti protetti dai predatori terrestri. Durante i periodi non riproduttivi, i Marangoni dal ciuffo tendono a spostarsi formando grandi stormi alla ricerca di zone marine ricche di pesce. Questi spostamenti sono più comuni in questa fase.

Con un aspetto che richiama il maestoso Cormorano, il grazioso Marangone dal ciuffo si distingue per il suo piumaggio nero come l’ebano. Le sue forme snelle sono sostenute da un lungo e slanciato collo e un elegante capo porta in bella mostra un becco lungo e affilato. Un tratto distintivo di questa specie è il caratteristico “ciuffo” sulla testa, che diventa più evidente nei maschi durante il periodo riproduttivo.

Il Marangone con cresta non è una specie esclusivamente marina e si trova in diversi habitat costieri, come la bassa vegetazione, le scogliere e le caverne. È presente nel Mediterraneo e nel Mar Nero, con una sottospecie meridionale chiamata Phalacrocorax aristotelis desmarestii. In Italia, ci sono circa 2.000 coppie che principalmente si riproducono in Sardegna, ma ci sono anche alcune colonie nell’Arcipelago Toscano e nelle Pelagie (Lampedusa).

Il Marangone con cresta è più piccolo del Cormorano, misura circa 75 cm di lunghezza ed ha un collo più sottile e corto. Il becco è più piccolo e la testa più sottile. Il corpo è nero lucido senza macchie bianche sul viso o sulle zampe. Le piume riflettono un verde brillante. Le zampe sono grigio-nerastre con le dita palmate. Gli occhi sono di un verde smeraldo. Durante la stagione riproduttiva, sviluppa una cresta erettile sulla testa e le piume diventano brillanti con tonalità di verde smeraldo.

Questo uccello si trova principalmente sulle scogliere costiere, spesso con le ali aperte. Pesca principalmente nei golfi e nelle baie, ma talvolta può allontanarsi dalla costa alla ricerca di nuovi siti di alimentazione migliori dopo la stagione riproduttiva.

Il Marangone con cresta nidifica in colonie nascoste nella vegetazione o nelle cavità delle rocce per proteggersi dai predatori terrestri. La deposizione delle uova avviene da dicembre ad aprile-maggio.

Questa specie è rara a livello regionale, nazionale ed europeo ed è minacciata dall’inquinamento delle acque, in particolare da metalli pesanti, dalla perdita dei siti adatti per la nidificazione, dalla riduzione delle risorse alimentari e dalla navigazione da diporto.

È protetto dalla Convenzione di Berna Allegato III, dalla Direttiva CEE 409/79 Allegato I e dalla Legge Regionale 23/98. ( foto di Michele Scotto di Cesare  – testo leo pugliese)

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