Caro Direttore,
la Confesercenti Procida prende le distanze dalle iniziative che negli ultimi giorni stanno animando il dibattito isolano. Iniziative che lascino l’amaro in bocca in quanto dimostrano la distanza siderale che divide le famiglie e le imprese (che ormai stentano ad arrivare alla terza settimana) da chi istituzionalmente dovrebbe rappresentarli e tutelarli.
Da tempo abbiamo espresso le nostre preoccupazioni e chiesto alle Istituzioni locali di affrontare unitariamente i problemi veri del commercio a Procida che vanno individuati, a nostro avviso, nella costante riduzione della popolazione attiva residente, nell’inesorabile perdita del potere d’acquisto degli stipendi, nel proliferare dei centri commerciali in terraferma, nella polverizzazione della distribuzione, nella diminuzione dei consumi conseguenti alla crisi economica, nella mancanza di un vero progetto di sviluppo turistico, nell’inesistenza di una politica di attrazione ed incentivo di nuovi investimenti, nella debolezza delle imprese locali schiacciate dalla pressione dei tributi locali e dall’inefficienza dei servizi resi dalla pubblica amministrazione, nell’aumento della pressione fiscale, nella quasi inesistente valorizzazione delle risorse ambientali, culturali ed enogastronomiche del territorio.
Su questi temi siamo stati lasciati soli al nostro destino. Siamo considerati al pari di mucche da mungere o di quadrupedi da accontentare con uno zuccherino.
Siamo indignati e mortificati! Riteniamo siano nostro dovere chiedere scusa ai nostri concittadini per gli inviti insulsi che, nostro malgrado, gli vengono rivolti con la speranza che il prossimo passo non sia la pubblica questua!
Si è persa un’occasione per tacere!!!
Pierluigi Taliercio
Presidente Confesercenti Procida
Vedi che al momento opportuno i commercianti con le palle si fanno sentire.
Forza signori non mollate.
Viva Procida e viva i Procidani (almeno quelli che hanno il coraggio di parlare).
Un bravo al mio carissimo amico Guglielmo da un ex commerciante che si è sempre battuto in tempi non sospetti ( dagli anni 70 al 2000 ) perchè il commercio a Procida, punta di diamante dell’economia locale non finisse dove , purtroppo, oggi è andato a parare. Effettivamente sembra che si sia arrivati alla pubblica questua, ma mi preme sottolineare che nel dibattito attuale non c’è una sola proposta per invertire la rotta; solo prese di posizione e smentite varie ( a proposito la confcommercio dov’è? ) I vari amministratori che si sonno succeduti nel tempo hanno solo pensato alla mungitura e in termini di voti e in termini di prelievi fiscali senza tener conto delle varie proposte succedutesi nel tempo.