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Marittimi sequestrati: scatta l’ultimatum dei pirati

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Mag 19, 2011

Truman Siciliano* | “O l’armatore invia un fax immediatamente, dove accetta le nostre condizioni, 16 milioni di dollari come riscatto, oppure entro domani mattina, porteremo a terra il Comandante, il Direttore di Macchina e il Primo Ufficiale”

Lo dicevamo nei giorni scorsi e adesso arriva la conferma che la trattativa non ha ancora avuto avvio. Questo silenzio intorno alla vicenda dei nostri marinai sequestrati nel mare dei pirati in Somalia, ci faceva stare in apprensione. La sensazione è ora confermata dalla telefonata odierna dei marittimi italiani. L’assordante silenzio e questa incertezza nel muoversi per cercare una soluzione al sequestro dell’imbarcazione italiana Savina Caylyn, con relativo equipaggio, ha spinto i pirati somali a “dettare” un ultimatum, che, a turno, hanno letto i 5 ostaggi italiani ai parenti, durante una telefonata giunta proprio oggi. Un ultimatum carico di tensione che si riassume in questa semplice frase ripetuta dai nostri 5 italiani a bordo della petroliera sequestrata davanti le coste somale: “O l’armatore invia un fax dove accetta le nostre condizioni, 16 milioni di dollari come riscatto, oppure entro domani mattina, porteremo a terra il comandante, il Direttore di Macchina e il primo Ufficiale”. Telefonata che ha gettato nello sconforto i parenti dei nostri marittimi, che si sentono totalmente abbandonati e che chiedono a gran voce che il governo italiano, nella persona del ministro Frattini, si faccia carico di risolvere la questione.
La preoccupazione dei parenti italiani per la sorte dei loro cari, aumenta di ora in ora,
A rendere ancora più preoccupante l’interminabile attesa, che ricordiamo dura da oltre 3 mesi, è stata la telefonata intercorsa alcuni giorni fa tra gli uomini della Savina Caylyn e l’armatore. Una chiamata che l’armatore, dietro suggerimento della Farnesina, non ha voluto fare ascoltare ai parenti dei nostri italiani sequestrati. Telefonata che evidentemente si è cercato di celare, almeno in parte, non si bene per quale motivo. In parte perché, notizia di oggi, questa conversazione registrata tra ostaggi e armatore, è stata fatta sentire ad alcuni parenti proprio oggi pomeriggio presso la Farnesina: la comunicazione in questione è stata “ripulita” e presentava diversi tagli. In quella conversazione montata ad hoc, oltre alle solite frasi di rito sullo stato di salute dell’equipaggio, si è appurato che l’imbarcazione è stata spostata di 50 miglia per avere una posizione migliore, in quanto con l’arrivo dei monsoni, si creerebbero dei problemi. Ovviamente non è dato sapere cosa altro si siano detti, rapiti e armatore, ma ,evidentemente, non essendoci stato seguito a quella comunicazione, i pirati hanno deciso di accelerare con l’ultimatum fatto lanciare ai 5 italiani questo pomeriggio intorno alle 14,30/15. Un’altra notizia certa, al di là dell’ultimatum in questione. è che la nostra imbarcazione ha grosse carenze di carburante e che gli ostaggi hanno riferito ai parenti di fare pressioni sul nostro governo, in quanto l’armatore non potrà certamente far fronte a tale esorbitante richiesta (16 milioni di dollari). Con questo comunicato da parte dei pirati, adesso la patata bollente passa al nostro Ministero degli Esteri. La pericolosità della situazione è evidente e non è per niente un buon segno, la volontà dei pirati di portare a terra 3 dei nostri connazionali rapiti.

*Liberoreporter

2 commenti su “Marittimi sequestrati: scatta l’ultimatum dei pirati”
  1. NEL LEGGERE QUESTE ULTIME NOTIZIE AUMENTA SEMPRE PIU’ L’APPRENSIONE, L’ANSIA…LA PAURA.
    LEGGENDO QUESTE NOTIZIE VIENE SEMPRE PIU’ LA VOGLIA DI CHIEDERSI…..MA DOVE CAZZO STA LO STATO ITALIANO?
    MA POSSIBILE CHE NESSUNO FACCIA NIENTE PER QUESTI NOSTRI AMICI, PARENTI, FIGLI, ETC
    LA SPERANZA E’ QUELLA CHE SI STIA LAVORANDO DIETRO LE QUINTE STRATEGICAMENTE….
    E SE COSI’ NON FOSSE?
    CHE POSSIAMO FARE?
    NON LO SO…..MA PENSO CHE SI DEBBA FARE QUALCOSA

  2. Purtroppo non sono giornalisti……!!! Ci resta solo da sperare ed attendere. Non credo che l’urlo, che si è levato nei giorni scorsi da Procida, non abbia raggiunto le orecchie della nostra superpagata amministrazione nazionale (un governo vero avrebbe già agito, indipendentemente dalle scelte interventistiche) risparmiando il doloroso logorio mentale che investe da mesi oltre ai parenti ed amicii un intera comunità. SE METTESSERE SCUORNE!!!

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