Roberta Di Gennaro | Con l’elezione di Alessia Siniscalchi a Graziella una settimana fa, è calato il sipario sulla 61 esima edizione della Sagra del Mare.
Quest’anno la manifestazione, volutamente dedicata ai 150 anni dell’unità d’Italia e ai trent’anni dalla scomparsa del Marina D’equa, ha riscosso un buon successo. La polemica, che negli anni accompagnava quasi sempre le giornate della manifestazione, in questi giorni ha lasciato il posto agli applausi e alla critica che hanno saggiamente riconosciuto l’impegno profuso, e segnato uno spartiacque che sarà utile per gli anni che verranno.
Lo spunto che lanciamo “the week after”, deve tracciare un solco nuovo che possa servire ad inserire le serate della manifestazione in un palcoscenico piu ampio, ritenendo che la Sagra del Mare possa e debba abbracciare tutta l’estate isolana. E debba in un qualche modo essere “rivista” rispetto a 50 anni fa.
Una sagra itinerante per le location naturali dell’isola per tutti i 3 mesi estivi e che possa richiamare l’attenzione di media e sponsor pronti ad investire in un complesso progetto artistico.
Crediamo che la Sagra del Mare, insieme alla Processione del Venerdi Santo e alla Sagra del vino, unitamente al Premio Elsa Morante, possano rappresentare il punto di partenza per definire concretamente una più complessa progettualità turistica ed economica della nostra isola.
E’ fondamentale sollevare il Comune da ogni onere e responsabilità:l’organizzazione e la realizzazione dei quattro eventi di cui sopra devono essere esterne alla gestione comunale o para-comunale.
Per questo motivo è necessario ipotizzare una “struttura” che sia un Ente, una Fondazione, un Consorzio di imprese, oppure altro che abbia come mission: tutelare e valorizzare, in termini culturali ed economici, i beni di interesse artistico e storico di Procida, promuovere e coordinare iniziative culturali, scientifiche ed artistiche che facciano di Procida la sede di manifestazioni di prestigio nazionale ed internazionale, rendere detti beni pienamente fruibili dal pubblico, secondo modalità che ne consentano la migliore conservazione e gestire – in conformità ai principi di
efficienza e trasparenza – i compendi di beni facenti parte del proprio patrimonio ovvero ad essa affidati o conferiti in uso.
Crediamo che questa proposta rappresenti in prospettiva un punto di svolta per definire gli eventuali standard qualitativi e di immagine della nostra isola, e uno di questi passaggi consiste in una netta distinzione tra gestione pubblica e partecipazione privata, riuscendo a fagocitare in questa impresa, ad esempio, istituti bancari e sponsor di spessore, che investendo in un progetto simile, possano far sì che la nostra isola sia degnamente rappresentata ed apprezzata in Italia e all’estero in tutte le manifestazioni che le permetteranno di guadagnare visibilità e prestigio.
… Ottima idea, ma si avrà il coraggio di realizzarla???