Nicola Riccio | La domanda che ogni minuto dei 200 giorni di sequestro sta ossessionando le famiglie dei sequestrati della Savina Caylin è questa: quali sono le modalità concrete per giungere a una definitiva e positiva risoluzione del sequestro dei proprio cari?
Pagare il riscatto. I pirati hanno fatto sapere a più riprese che non rilasceranno né la nave né l’ equipaggio se non saranno pagati 14 milioni di dollari. I bucanieri somali sostengono che, a dispetto delle normative che vietano pagamenti di riscatti, Riccardo, il negoziatore dell’ armatore Fratelli D’ Amato, ha offerto solo 7,5 milioni di dollari. La trattativa si è rotta un paio di mesi fa per la grande distanza tra richiesta e offerta. Da allora nessun contatto per negoziare il rilascio della nave. Peraltro Riccardo vive in Gran Bretagna e al suo numero di cellulare non risponde più.
La differenza di 6,5 milioni di dollari vale la vita di 22 persone?? Crediamo di NO. E allora se lo stato è sordo e non vuole ascoltare ragioni, c’è un’unica STRADA. Stretta ma praticabile. Raccogliere con una sottoscrizone questi soldi.
Ci si impegni con una Banca ( Banco di Napoli -San Paolo – Monte Dei Paschi – ecc ecc) con la promessa di un ritorno in termini di soldi e di immagine. Si attivino le ONG, ormai questa è una questione UMANITARIA.