Pina Di Franco| Erano circa in duecentocinquanta alla partenza dal Porto di Marina Grande. Tutti con una t-shirt bianca ed un’unica scritta sul petto: “Liberi subito”. Sono partiti così, a bordo della Rosalia Lauro, poco prima delle 4,30 del mattino i procidani che hanno aderito alla manifestazione del Comitato Liberi Subito. Ad accompagnarli, striscioni ancora arrotolati, cartelli, tamburi e quanto possa richiamare definitivamente l’attenzione delle Istituzioni romane. Presenti il Sindaco Capezzuto e quasi tutti i rappresentanti del Consiglio comunale, oltre al gonfalone della Polizia Municipale.Al gruppo procidano si è aggregata anche una delegazione di circa cinquanta manifestanti provenienti da Ischia. Ad attenderli a Napoli otto pullmann che sono partiti alla volta di Roma. Presenti gruppi provenienti da Piano di Sorrento, Gaeta e Trieste, oltre che gli esponenti delle maggiori sigle sindacali.
Nel primo pomeriggio una delegazione composta dai familiari degli ostaggi, dagli On. Luigi Muro ed Italo Bocchino, e dal Sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto, insieme al vice sindaco Elio De candia è stata ricevuta dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha espresso solidarietà alle famiglie: “Ritengo doveroso che il governo vi ascolti, e l’auspicio è che continuiate a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla vicenda. Sentirò il sottosegretario Gianni Letta a cui parteciperò le vostre preoccupazioni. Io non resterei allarmato dal silenzio della Farnesina, perché il Governo ufficialmente non può trattare con i sequestratori, ma dispone di mezzi e di strumenti adeguati per pervenire ad una soluzione della vicenda”. Anche Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha incontrato Fini, lo ha sollecitato ad interessarsi di questa drammatica vicenda affinché i nostri connazionali possano riabbracciare le proprie famiglie al più presto.
La delegazione procidana ha inoltre incontrato i sottosegretari Mantica e Scotti a Palazzo Madama, i quali hanno ribadito l’impegno del governo per riportare a casa, sani e salvi, tutti gli italiani a bordo della Savina Caylin.
Come cittadini di questo stato vogliamo e dobbiamo fidarci. Come procidani vicini ai nostri fratelli sequestrati abbiamo il dovere di crederci, e di fare tutto quanto in nostro potere per riportarli a casa.