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“Aiuto, stiamo male”: Savina Caylyn, l’ultimo sos del comandante

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Set 15, 2011

Redazione | “Stiamo male, aiutateci ad uscire da questa c. di nave perchè se non andremo via subito qualcuno non tornerà a casa”. E’ questa l’agghiacciante telefonata che il comandante della Savina Caylyn, Giuseppe Lubrano Lavadera ha da pochi istanti concluso con sua moglie, Nunzia Nappa, di ritorno dall’incontro pomeridiano con l’unità di crisi della Farnesina.

Una svolta improvvisa, questa, nel pomeriggio: da settimane e settimane nessun membro dell’equipaggio si era più fatto vivo ed i contatti con le famiglie si erano diradati. Tutti i membri dell’equipaggio italiani – fa sapere Nunzia Nappa – hanno finora chiamato i loro familiari, fatta eccezione per il direttore di macchine, Verrecchia, che non ha ancora contattato i familiari. Sono cinque i prigionieri italiani, su 22 membri dell’equipaggio sequestrati.

“Ormai ci tengono tutti legati in un angolo della nave e non mangiamo neanche tutti i giorni”, ha proseguito il Comandante Lubrano nella breve e coincisa telefonata alla moglie. “Viviamo momenti di ansia e tensione ogni volta che un elicottero sorvola la nave – ha aggiunto il comandante – i pirati si innervosiscono e mitra alla mano ci costringono a stare immobili. Aiutateci!”.

Una telefonata, questa, che ha allarmato e preoccupato ancor più la signora Nappa che ha affermato:

“La situazione è drammatica e la telefonata agghiacciante di mio marito lo testimonia”. La telefonata è giunta pochi minuti dopo l’incontro, all’unità di crisi della Farnesina, con i familiari dei marittimi sequestrati dallo scorso febbraio a bordo della petroliera Savina Caylin.

“Ci troviamo in una situazione di stallo”, aveva affermato al termine dell’incontro Nicola Verrecchia, figlio del direttore di macchine, Antonio Verrecchia. “Abbiamo chiesto se lo Stato italiano potesse garantire sull’incolumità dei cinque italiani sequestrati a bordo della nave e ci hanno risposto con supposizioni derivanti da un monitoraggio che si basa solo sulle imbarcazioni che si avvicinano alla petroliera, e null’altro. Sulla trattativa ci hanno detto ancora una volta che è in corso e che hanno incontrato l’armatore della nave”.

E uno striscione per chiedere a gran voce “Liberi subito” a firma Fit-Cisl è apparso all’ingresso della sede romana del sindacato. “Non ci arrenderemo finche’ i marittimi italiani in mano ai pirati non torneranno a casa”, ha ribadito il segretario generale Cisl-Trasporti Giovanni Luciano. Per accendere i riflettori sia sulla “Savina Caylyn” ma anche sulla “Rosalia D’amato” con 11 marittimi italiani prigionieri da ormai 219 giorni.

 

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