Redazione | Su trecentosessantacinque, saranno in tutto una decina i giorni all’anno, in cui Procida resta isolata dal mondo. L’insularità di un territorio che purtroppo vive dei collegamenti da e per la terraferma. Centinaia di pendolari che solcano il golfo da e per Napoli, da e per Pozzuoli. Da e per la vicina Ischia. E capita di sovente che o si resta in banchina o si rimane a terra ferma. Quasi un abitudine oramai consolidata che vive senza provare più indignazione. Che resiste perchè così è. Perchè così deve andare.
Quando però al fatto in questione, alle condizioni meteo marine che non permettono lo scalo o l’attracco nel nostro porto, si accompagna qualche spiacevole episodio ( sanitario, di salute, emergenziale ) allora ci indigniamo. Tiriamo fuori i VERGOGNA. Le RESPONSABILITA’. Vogliamo la GIUSTIZIA: chiediamo spiegazioni ipocrite quando – infondo infondo – la risposta la conosciamo già.
La denuncia di un porto di Marina Grande inadatto allo scalo con certe condizioni meteo-marine avverse sovente si accompagna a quella di alcuni comandanti di vettori ( aliscafi e traghetti ) che lamentano l’impossibilità nella manovra poiché nel porto stazionano mezzi che di fatto impediscono un più normale e tranquillo attracco senza mettere in pericolo cose e persone.
L’ormeggio e lo scalo sulla nostra isola deve essere un DIRITTO con qualsiasi condizioni meteo marine. Se un traghetto o aliscafo passa per Procida ( quindi è regolarmente funzionante) non può più tirare dritto perchè manca la sicurezza della manovrabilità nel porto.
Non possiamo più tollerare una situazione così. Lo chiediamo oggi perchè ieri era già troppo tardi.