Franco Ambrosino | Un uomo solo al comando, questa potrebbe essere la sintesi di quanto e’ emerso ieri pomeriggio alla presentazione del libro di Alessandro Gaeta ,” Il capitano e la Concordia” , Anordest edizioni, presso l’aula consiliare del Comune alla presenza di numerosi marittimi isolani. Il libro in verità, ripercorre gli eventi che si sono susseguiti dal momento della partenza della nave dal porto di Civitavecchia verso Genova, della sua deviazione verso l’isola del Giglio e del suo tragico epilogo e degli eventi immediatamente successivi, con il piglio tipico del giornalista d’inchiesta, che cerca di acquisire tutti i materiali possibili, cartacei, informatici, elettronici, giuridici, tecnici, giornalistici , personali, che possano permettere una ricostruzione il più possibile completa di quanto avvenuto ed raccontarli ai lettori seguendo il succedersi degli istanti che hanno preceduto ed accompagnato il disastro. Una cronaca puntuale e precisa.
Merito di Gaeta e’ di sollevare più questioni e di metterle in evidenza invitando i lettori a scrollarsi di dosso posizioni fin troppo prevenute, a non procedere a spron battuto verso la definitiva ed assoluta condanna di quello che sembra profilarsi ormai come l’unico capro espriatorio dell’intera vicenda.
Difatti nella giornata di ieri, di fronte ad una platea così competente e appassionata , non poteva sembrar vero di ascoltare finalmente anche una difesa del comandante della nave, nelle parole dell’assessore Pasquale Sabia , del giornalista Domenico Ambrosino e soprattutto del contrammiraglio della CP Salvatore Schiano di Lomoriello si delineava un’ affermazione orgogliosa del mestiere dei marittimi, dei comandanti, che non possono tollerare oltremisura che sia ” gettato fango”, su di una sola persona, su un’intera categoria che ha fatto la storia della navigazione italiana e quindi della navigazione nel mondo. Nessuno lo mette in dubbio, e’ bene ricordarlo anche agli inquirenti , quando nei loro atti fanno riferimento addirittura alla storia della marineriadel nostro paese.
Ma l’autore da buon giornalista non soffre il mal di mare ne in navigazione, ne quando sta a terra e tende a sottolineare come questa non può trasformarsi in una diatriba per chi debba comandare in simili situazioni ed affermare la propria primazia, perché a ricordarcelo ci sono coloro che non ci sono più .
Un uomo solo al comando, fu l’espressione coniata da Mario Ferretti per Fausto Coppi, uomo mite, atleta come nessuno, uno che dominava le montagne avendo sempre presenti i limiti della propria umanita’, invincibile in salita scomparso per una semplice malaria.
“…non c’è bisogno di studiare le carte per capire che il naufragio della Concordia e’ stato provocato da un attimo di panico improvviso che ha velato trent’anni di carriera sui mari di mezzo mondo. Contro il panico quando si manifesta non puoi fare niente. Ma il senso di responsabilità ce lo devi avere. Sempre. Non puoi andare sotto costa con un gigante di trecento metri. Sopratutto se quattromila persone sono nelle tue mani…”. Lo scrive il Gip Valeria Montesarchio che gli ha dato gli arresti domiciliari” ( dalle pagine del libro)