Redazione | “Non posso più attendere, sono mesi che aspetto di rivedere mio marito e mio figlio. Se non ci aiutano, mi butto in mare e vado a prenderli io” A parlare era la signora Immacolata Ramaglia sei mesi fa. Ad un anno dallo speronamento ( 11 agosto ) del moto peschereccio ‘Giovanni Padre’ avvenuto nelle nostre acque ad opera del cargo “Jolly Grigio”, ieri sono terminate le ricerche subacquee per individuare con precisione il luogo del relitto
I lavori, commissionati dalla signora Immacolata, moglie e madre di Vincenzo e Alfonso Guida, i due uomini dell’equipaggio inabissatosi con il peschereccio, sono durati sette giorni e sono stati effettuati della Deep Sea Technology del dottor Alessandro Scuotto.
“Per poterlo trovare abbiamo utilizzato strumenti modernissimi – ha detto Scuotto – in particolare un Rov Pollux III dell’ultima generazione dotato di gps. Per poter svolgere il nostro lavoro abbiamo dovuto utilizzare il motopontone Grancevola Rossa”.
Il relitto è stato ritrovato in una zona poco distante da quella resa nota all’atto della tragedia, su un fondale profondo 450 metri. Alla domanda se sono stati filmati e fotografati anche i corpi dei due sfortunati pescatori che hanno perso la vita nell’incidente, il responsabile delle operazioni, Alessandro Scuotto, ha detto di non poter confermare perché vi sono ancora indagini in corso ma ha ammesso “che le condizioni del fondale marino era favorevolissimo per poter filmare nitidamente tutto”.
Ora sarà il Publico Ministero Giovani Corona, che ha dato l’ok alle ricerche, a decidere come procedere non prima di aver stabilito a chi spettino le spese per il recupero dei corpi