Redazione| Il BREVEMONDO è un libro raro perché intessuto di realtà e sentimenti, “spiccioli di esistenza di un mondo preso a morsi che nasconde il suo nocciolo.” È proprio il nocciolo credo di tutto il libro. Infatti, il dialogo tra Rino e Wiilliam, il figlio-non figlio, è un dialogo pieno di emozione, di sentimenti, è come dice emozionandoci Rino, “un canto a due per il rammarico di una vita afferrata a strappi e mai condivisa”.
La drammatica esistenza dei ragazzi di strada del Brasile – meninos de rua – viene dall’autore raccontata nel dialogo tra lui e William che è appartenuto al maggior gruppo dei narcotrafficanti del Brasile e che Rino ha adottato come figlio spirituale e figlio d’anima, già da prima di averlo.
La cinismo delle risposte di William e la paura del ragazzo di amare anche Rino, fanno tenerezza e ci regalano uno squarcio sulla fragilità dei ragazzi di strada del Brasile che sono impauriti e non si sentono degni di poter aspirare ad avere una realtà diversa, una realtà di amore.
L’autore apre un grande squarcio su una realtà abbandonata o, forse, solo dimenticata che è quella di quei ragazzi di strada che muoiono, che sono “sangue e piombo, pensieri acerbi di speranza, sbranati al primo accenno di volo.”
E’, infatti, toccante, il dialogo tra Rino e William sul perché della scelta di Rino di aiutare questi ragazzi in Brasile: la risposta viene trovata il giorno 23 del mese di Luglio 1993, giorno in cui 8 ragazzini di strada furono fucilati sui gradini di una chiesa dagli squadroni della morte, giorno in cui Rino sentì la sua anima urlare giustizia per questi ragazzi.
Nel libro tanti interrogativi che derivano dal dialogo, dove si confonde la voce di speranza di Rino con le ferite del passato di William che sembra incredulo alla possibilità per lui di un futuro senza guerra, Rino riesce, magistralmente, con l’unica arma che è quella del suo grande amore per William, a toccare le corde del cuore del ragazzo, come solo un padre amorevole sa fare con un figlio e, si sente nelle risposte, sempre più vacillanti del ragazzo, seppure sfrontate – sulla difensiva – la voglia di credere, che forse c’è uno spazio nel mondo per lui diverso dalla “guerra e dalla paura”.
E’un libro, emozionante dove non c’è spazio per prendere fiato , perché il sentimento entra prorompente nelle righe bianche e nere del libro e colora di speranza il tutto. L’autore, responsabile di un ONP ( tamtambrasile.it) che opera in Brasile per il recupero e il reinserimento socio-familiare dei ragazzi di strada, intende, anche a partire dalla testimonianza tragica di queste pagine, tracciare un percorso nuovo, un modello più vero ed efficace per il riscatto reale dei figli randagi del gigante verde oro. Si tratta di sviluppare una strategia implementata su TUTORING e MENTORING, azioni di responsabilità concreta verso coloro che affidano le loro speranze di riscatto nelle nostre mani. Affinché la storia di William sia raccontata per sollevare speranza, per scrivere pagine di vita.