Franco Marino | I recenti rumorosi festeggiamenti per la festa di Sant’ Antonio da Padova hanno evidenziato, in modo clamoroso, l’ipocrisia della chiesa procidana che, qualche settimana prima, in occasione della festa del Corpus Domini aveva predicato sobrietà, di fatto proibendo i botti e quant’altro, invitando i fedeli a tener conto del momento drammatico che vive il nostro paese con terremoti finanziari e terrestri ancora in corso. La festa del nosto amato Sant’Antonio, invece, è stata il contrario di tutto quanto fortemente predicato. Appare quanto mai inutile, pertanto, che i nostri preti si appellino alla generosità dei fedeli nel chiedere oboli in favore delle malandate parrocchie. A riprova di tutto ciò basta andare, la domenica, nella chiesa di maria SS della Pietà e di San Giovanni Battista per assistere alla rituale filippica del curiale parroco. Stesso parroco che, da mesi, tiene in chiesa il crocifisso dei marinai in attesa di fondi ( che probabilmente non arriveranno mai ) per il restauro dello storico monumeto posto in prossimità del pontile degli aliscafi. Più in generale note stonate arrivano da più parti. E’ la stessa chiesa che, dopo il restauro più volte perpretato con soldi pubblici attraverso la sovrintendenza, del cenobio di Santa Margherita, struttura della quale è stato reclamato il possesso in più occasioni, resta chiuso ed inutilizzata in attesa, casomai, dell’ennesimo cantiere da aprire. E’ la stessa chiesa che, da decenni, tiene commissariato il Pio Monte dei Marinai, senza consegnare la gestione ai leggitimi soci. E’ la stessa Chiesa che, durante l’anno, indice convegni e conferenze, in cui si parla di etica, di matrimoni, di famiglia, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ora il Cardinale Sepe, neo-cittadino onorario di Napoli, ha nominato don LelloPonticelli nuovo decano. Si tratta di una promozione prevista e gradita in quanto don Lello è l’uomo della parola ma, da ora in poi, dovrà essere l’uomo delle decisioni adoperandosi per far uscire dagli schemi curiali la chiesa di Procida. Don Lello è l’uomo delle regole che non esitò a censurare la Katia Ricciarelli colpevole di aver cantato in chiesa “o Sole mio”. Sia, perciò, altrettanto deciso a richiamare, per esempio, qualche suo collega che manda, diciamo in fumo, risorse destinate alla locale Caritas per assistere un territorio in cui i bisognosi aumentano sempre di più. Auguri al nuovo decano in attesa dei suoi primi passi e, soprattutto, di risposte agli scomodi quesiti che abbiamo posti.
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2 commenti su “Le contraddizioni della Chiesa Procidana”
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sig, marino
è inutile che aspetta nessuno risponderà ai suoi quesiti i preti di procida sono impegnati in altre faccende moooooolto più “terrene”
egregio sig Marino tengo a precisare che durante la opredica in pzza posta in occasione deklla festa del CORPUS DOMINI ,proprio Don LELLO disse : MENO MESSE PIU MESSA.ALLORA MI SA SPIEGARE PERCHE’ NON VOGLIONO CHE DURANTE L’ESTATE NELLA VENERANDA ARCICONFRATERNITA DEI BIANCHI non si puo fare L ADORAZIONE NOTTURNA durante il periodo estivo . Fino ad oggi e’ stato negato il permesso ai fedeli anche di andare a pregare di notte .. forse qualcuno ha visto che l’anno scorso ha funzionato bene ed ecco che ,NON BISOGNA FARE ;TENERE CHIUSA LA CHIESA. allora andate in malore voi ,la chiesa locale ed i preti locali salvo qualche anziano che ancora sa come si deve essere prete