Redazione | Pasquale Lubrano | Per noi Socialisti che fummo tra i primi ad ipotizzare un piano di sviluppo socio-economico integrato di Procida intorno a tre “poli” che ne valorizzasse anche gli aspetti ambientali e che poneva Vivaro al centro di uno di essi, la notizia è accolta molto positivamente. Così come è positiva la possibilità di uso del ponte che collega l’isolotto a Procida, su cui l’Osp. Civ. Albano-Francescano detiene servitù di passaggio.
In merito alla bozza di “Piano di Gestione” predisposto dal Comitato di Gestione della Riserva, confermiamo il nostro giudizio che esso debba essere rivisto, ed in tempi brevissimi, per renderlo più aderente agli obiettivi istitutivi e per meglio definire il futuro gestionale dell’isolotto.
Sul piano amministrativo e morale emergono, però, alcuni aspetti inquietanti che riteniamo opportuno sottolineare per senso di responsabilità civica, prima che l’isolotto ed i malati poveri di Procida che attraverso l’Opera pia sono gli unici legittimi proprietari abbiano a subire un ulteriore ed irreparabile scempio. Dagli eventi degli ultimi anni emergono incomprensibili comportamenti nei rapporti proprietà-organi della Riserva, peraltro in linea con alcuni interessati equivoci interpretativi registrati, che vanno affrontati con forte determinazione e richiamando ognuno alla responsabilità del proprio ruolo.
I rappresentanti dell’Ente ed il Comune di Procida non possono consentire una svalutazione patrimoniale arbitraria del bene Vivaro senza venir meno alla volontà del donatore e agli interessi della collettività.
Ovvi gli interessi dell’Ente proprietario.
Riguardo al Comune, esso è chiamato ad assolvere a molteplici compiti:
1) valorizzazione dell’isolotto, sia per gli aspetti naturalistici ed archeologici che per il contributo al più generale sviluppo economico-sociale di Procida;
2) ruolo di garante dell’attuazione dei fini statutari a tutela dei poveri da assistere, con la sua partecipazione al CdA dell’Opera pia per volontà dei fondatori dell’Ente;
3) la più generale tutela delle fasce deboli della comunità, uno dei suoi compiti istituzionali.
Tanto premesso, va tutelato l’ovvio principio della proprietà privata di Vivaro, in nessuna circostanza messa in dubbio dagli organi ministeriali. Al contrario, a quanto si evince dai comportamenti e dalle ipotesi gestionali oggi in campo, sono in molti a volerlo disconoscere per fini più o meno comprensibili. Da ultimo, sintomatico é l’episodio che viene riferito verificatosi in occasione di una recente manifestazione con impedimento da parte della guardia forestale del transito di due persone che accompagnavano il rappresentante della proprietà. Tale comportamento è del tutto ingiustificato e ci auguriamo che l’Ente abbia intrapreso le opportune iniziative avverso quel che appare un abuso. Se lo Stato avesse voluto privare l’Ente della proprietà del bene, avrebbe adottato la procedura di esproprio.
I contenuti del vincolo a tutela, se rispettati in fase di formulazione del “Piano di Gestione” nello spirito e nella sostanza che si evincono dal Decreto istitutivo, rappresentano una valorizzazione, non una penalizzazione del bene stesso. Le parti interessate sono a conoscenza degli immutati diritti reali a favore della proprietà, come da documentazione in loro possesso.
Un’arbitraria interpretazione dei vincoli in senso puramente conservativo dei soli aspetti silvoboschivi, al contrario, ne ridurrebbe la redditività in modo quasi totale escludendo di fatto la possibilità dell’intervento di potenziali gestori privati, a meno che il Comitato di Gestione non intenta garantire adeguato corrispettivo economico risarcitorio onde ottenerne la disponibilità e la diretta gestione.
A tal proposito il Comitato di Gestione ed il rappresentante della Regione Campania in seno al CdA dell’Ente proprietario, sono certamente a conoscenza, tra molto altro, che l’Area Generale di Coordinamento Ecologia e Tutela dell’Ambiente della Regione stessa, con nota prot n 19/s del 25/11/ 2004 chiese parere sui vari aspetti istitutivi e di gestione della Riserva “Isola di Vivara” al Dipartimento Studi Giuridici e Sociali dell’Università del Sannio, con riscontro in data 13.12.2004 a firma del noto prof. Felice Casucci.
In merito allo specifico punto “circa la tipologia ed i contenuti di un eventuale rapporto convenzionale da instaurare con la proprietà privata” il parere così si esprimeva: “A fronte della disponibilità dell’Ente proprietario a consentire l’espletamento dell’attività di gestione e di sfruttamento della Riserva, con particolare riferimento a quelle che concretizzano un utilizzo materiale dei beni immobili, si potrebbe ipotizzare il versamento in favore dell’Opera pia di un’indennità annuale, parametrata al canone di locazione già versato dalla Regione Campania e congruamente rivalutato. In alternativa sembra anche percorribile l’ipotesi della sottoscrizione di una convenzione che potrebbe avere i medesimi contenuti del contratto di locazione all’epoca stipulato con l’Assessorato all’Agricoltura delle Regione Campania”.
Va ricordato che detto contratto prevedeva, oltre al pagamento del canone, l’impegno da parte della Regione al recupero e restauro di tutti gli immobili esistenti sull’isolotto, peraltro non onorato. Di tanto andrà tenuto conto nel calcolo dell’indennità dovuta.
Alla luce di quanto precede, compiacenti convenzioni provvisorie destinate a protrarsi per lungo tempo, a titolo gratuito o con ipotetiche compartecipazioni agli utili gestionali, rappresenterebbero un danno ulteriore alle esigenze degli infermi poveri dell’isola a cui l’Opera pia è tenuta a provvedere, oltre i danni economici subiti in questi anni per colpevoli ritardi accumulati nel definire i rapporti tra proprietà e Comitato di Gestione della Riserva.
I “Riformisti per Procida” impegnano il Comune di Procida direttamente e, per quanto di competenza, attraverso il CdA dell’Opera Pia, affinché l’imminente pubblica fruibilità della Riserva coincida con la stipula di contratto o convenzione tra le parti che assicuri all’Opera pia proventi in misura adeguata ed, in ogni eventualità, si affermino, come da Decreto istitutivo, diritti e doveri di tutte le parti interessate.
Si capisce veramente molto questa proposta politica.
Per piacere, non valorizzate questi TRE POLI che state valorizzando da decenni.
Li state talmente valorizzando che se ne stanno cadendo a pezzi e sono diventati controproducenti.