Vincenzo Scotto Di Fasano | Riuscitissimo convegno, quello di ieri alPalazzo della Cultura a Terra Murata, sul Bere Sicuro. Il convegno avvenuto a margine della Festa del vino ha visto gli interventi di : Riccardo e Silvia D’Ambra di Slow Food Ischia & Procida, Riccardo Scotto di Marrazzo, antropologo procidano e autore del libro “Il Vino e i Suoi Simboli”, Vito Iacono, produttore e titolare della cantina Pietratorcia e presidente dell’iniziativa “Le Strade del Vino” di Ischia e Iris Romano, delegata e responsabile per Ischia e Procida dell’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.) e (storicamente) prima sommelier professionista a Procida. A moderare l’incontro Salvatore Trapanese – ristoratore procidano (La Grotta dei Saraceni), nonché uno degli organizzatori della “Festa del Vino”. Dopo una breve introduzione del moderatore, Riccardo Scotto di Marrazzo ha letto alcune pagine del suo libro sulla tradizione e i significati nel tempo del vino a Procida: dai tempi antichi alle “cantine” moderne.
Ha preso la parola Vito Iacono che ha sottolineato come «la capacità di mettersi insieme, di amalgamare iniziative – come questa Festa del Vino – la dice lunga sulle possibilità di Ischia e Procida. L’enogastronomia», continua Iacono, «è salvaguardia e valorizzazione del territorio. Il turismo dev’essere l’indotto per “vendere” i nostri prodotti, ma soprattutto i nostri territori, anzi: è l’ultima speranza per valorizzare e salvaguardare la nostra terra».
Ma il periodo storico non è dei migliori: «In Italia c’è crisi anche nel turismo, ma nel frattempo emergono nuovi mercati come il Sud Africa, il Brasile, l’India, la Cina che richiedono i nostri prodotti (pensate che del milione di bottiglie di vino imbottigliate a Ischia dai vari produttori e dalle varie aziende vinicole, solo una minima percentuale viene esportata); perciò se puntiamo sul recupero e il perfezionamento delle tradizioni – soprattutto nella produzione del vino – potremo migliorare anche l’offerta turistica».
Qualche battuta anche sull’iniziativa “Le Strade del Vino”: « È un’iniziativa nata in Francia e Germania e riconosciuta in un secondo momento anche in Italia. A Ischia esiste un consorzio disciplinare, prima in Campania e seconda in Italia, che si occupa di garantire il marchio D.O.C. e dunque la vigilanza della produzione tipica. Abbiamo 30 associati delle varie aziende vinicole, ma riuniamo anche associazioni di altri prodotti tipici isolani, ed è una delle poche realtà che riesce a mettere d’accordo i 6 comuni ischitani».
Uno degli obiettivi è appassionare i giovani: «Credo nel rapporto e nella comunicazione con le scuole» ribadisce il produttore, «come credo nelle nuove tecnologie che ci possono aiutare nella promozione delle nostre ricchezze, ma bisogna comunque mantenere la relazione materiale col territorio: quando i nostri ospiti vengono da noi, per prima cosa vogliono vedere le viti e le cantine».
Piccola e significativa parentesi dedicata al giovanissimo Antonio Iacono, Sommelier Junior campione d’Italia 2012: «C’è una differenza tra il bere quando si va a cena, soprattutto in famiglia e il bere con gli amici: quando sono a cena con la mia famiglia cerco di consigliare, di condividere con i miei cari le mie conoscenze; con gli amici è diverso, perché può essere occasione, responsabile, di stare insieme. Ringrazio chi mi ha permesso di vivere quest’esperienza, i miei professori per i loro insegnamenti, uno in particolare: il vino non è mai lo stesso, cambia in continuazione, l’unica cosa che resta la stessa è la sua capacità di dare emozioni».
La parola è passata poi a Iris Romano, che subito precisa: «Noi sommelier siamo intermediari tra chi produce il vino e chi lo consuma. Si fanno molti belli discorsi quando si parla di vino, ma bisogna supportarli con argomenti precisi e validi, come per esempio il rispetto per chi lo produce; il nostro compito è anche quello di far conoscere i sacrifici dei viticoltori». Anche per lei i giovani rappresentano una risorsa importante e soprattutto, negli ultimi anni «fonte di soddisfazione; abbiamo vissuto esperienze bellissime con i ragazzi perché sono molto ricettivi. È inoltre importante sottolineare che fino a qualche anno fa ai nostri corsi c’erano quasi solo ragazzi, adesso invece ci sono molte ragazze che vogliono intraprendere questo mestiere».Una battuta infine sulle parodie televisive sui sommelier: «Ci fanno sorridere, e le accettiamo anche perché permettono di sdoganare il nostro lavoro». Gli ultimi interventi di Riccardo D’Ambra e di sua figlia Silvia di Slow Food. «Innanzitutto devo dire che questa Festa del Vino è un’iniziativa coraggiosa, perché riesce a coinvolgere tutta l’isola» esordisce il coordinatore ischitano dell’associazione creata nel 1986 da giornalisti come Carlo Petrini e Gianni Mura: «Mi rivolgo a voi giovani: sappiate che da Roma in su, noi isolani non abbiamo visibilità e ci classificano con stereotipi, Ischia l’isola delle Terme, Procida l’isola di Graziella. Per raccontare le nostre terre in maniera intrigante, non dobbiamo lasciare il comando alle etichette. Rispetto ad altre nazioni, che si cullano nella globalizzazione, noi italiani siamo gelosi delle nostre tradizioni e noi di Slow Food ci occupiamo non solo della bontà dei prodotti, ma della loro identità; il nostro obiettivo è “corteggiare” prima di consumare. La nostra associazione non è un’etichetta e non è schierata, semplicemente rispettiamo il cibo e diamo nuova linfa alle tradizioni». Infine uno slogan: «Organizziamo il presente e salvaguardiamo il futuro».Gli fa eco la figlia Silvia: «Il primo principio di Slow Food è condividere il piacere che deriva dal cibo e recuperare le tipicità», e prosegue con un chiaro messaggio ai giovani in sala: «Ragazzi voi siete al punto di partenza, non di arrivo», ai procidani: «Vi chiediamo di aiutarci a conoscere la vostra isola, le vostre specificità» perché «il turismo è una conseguenza della conoscenza». Dalle parole ai fatti, dopo il convegno, due brevi degustazioni: una di olio di oliva presentata dal rappresentante del Consorzio Provinciale salernitano “Olio del Sole” Rosario Caggiano, e una del vino rosso Pietratorcia presentata da Iris Romano.
In conclusione le considerazioni di Salvatore Trapanese sulla serata di venerdi: «È stata una serata più che positiva, abbiamo avuto tanto sostegno da molteplici forze che si sono rimboccate le maniche e ci hanno dato una mano nonostante il momento non certo felice che sta passando l’isola e la destagionalizzazione della Festa. Abbiamo contato circa 3000 persone. Il nostro ringraziamento va anche alle forze dell’Ordine, alla gente delle varie “contrade” che si sono messe a disposizione. Credo che il successo di questa Festa sia nell’essere riusciti a organizzare e veicolare un messaggio: qui si viene a divertirsi, non a sballarsi; per questo abbiamo pensato di limitare i tagliandini per la consumazione del vino, perché per noi 3 bicchieri bastano e avanzano per questo tipo di festa. La cosa difficile è provare a superarsi, a guardare sempre oltre, a rinnovarsi e cercare di proporre sempre qualcosa di nuovo e valido. C’è una presa di coscienza anche da parte di noi gestori dei locali, proviamo a veicolare qualità e non quantità: il bere sicuro dev’essere il nostro punto di forza. Se fino a qualche tempo fa a Procida avevamo soltanto Iris come sommelier, oggi sulla nostra isola ci sono 7 sommelier riconosciuti e 10 aspiranti. Ai giovani dico: non perdete mai la vostra dignità e non accontentatevi mai, perché noi crediamo in voi».
A dire il vero, avevo pensato, che questo convegno contenesse qualcosa di pedagogico, un messaggio rivolto ai giovani procidani e non a moderarsi nel bere,dal titolo faceva pensare a qualcosa del genere.
solo pubblicità si sono fatti che bello skifo e poi c’erano 10 persone a questo convegno tra cui io, non andrò mai più
la festa del vino di venerdì è andata benissimo, alla faccia di chi non ha partecipato ed ha tentato inutilmente di boicottarla.
3000 persone. gente in festa e tanta cose buone da mangiare, bravi i ragazzi di procida è, ora dovete ripetervi con una grande sagra del mare