Redazione | Alla vigilia di Natale il fantasma della pirateria del mare si è affacciato di nuovo sulla nostra isola. Dopo un anno dalla liberazione dei quattro procidani prigionieri sulla Rosalia D’amato e sulla Savina Caylin, sull’isola il tam tam della notizia ha creato apprensione nelle famiglie dei tanti marinai imbarcati. Ricostruiamo la vicenda:
L’assalto al rimorchiatore Asso 21 è avvenuto ad opera di un commando formato da sette persone armate. L’azione risale alle 19.45 di domenica quando l’Asso 21 era in navigazione da Erha Field a Onne. La nave italiana è stata raggiunta da un mezzo veloce con a bordo sette persone di presunta nazionalità nigeriana. Il commando ha forzato una porta obbligando tutto l’equipaggio a riunirsi sul ponte per poi derubarlo degli effetti personali. Dopo essere saliti a bordo i pirati hanno intimato all’equipaggio di dirigere la nave verso la costa affinchè si potesse incontrare con due scafi che li attendevano. Quindi hanno fatto scendere i quattro membri dell’equipaggio caricandoli a bordo dei loro mezzi e portando con sè anche gli effetti personali derubati. Partendo, hanno detto che si sarebbero fatti vivi tramite il comandante per concordare le condizioni del rilascio dei quattro. Viene confermata la circostanza secondo la quale nessuno avrebbe riportato danni fisici. La nave, con il resto dell’equipaggio rimasto a bordo, è tornata in porto.
Tra i tre italiani rapiti, c’è il comandante della nave, Emiliano Astarita di Piano di Sorrento, Salvatore Mastellone di Sant’Agnello e Giuseppe d’Alessio di Pompei.