Redazione | Due anni e mezzo fa – mese più mese meno – la sua volontà era quella di potersi occupare di Turismo. Una delicata delega che nei secoli – tranne qualche annetto – ha sempre rappresentato il capolinea di molti speranzosi eletti che volevano cimentarsi con essa. Dal rimpasto e “consegna” degli obiettivi elaborati dal Sindaco e dalla sua maggioranza, a di la delle polemiche, delle sterili nenie mortali del consiglio comunale, la vera novità è rappresentata dall’incarico amministrativo assunto da Vincenzo Capezzuto Jr. “mi vedrei bene al turismo” disse nel conciliabolo di una festa di sant’Anna a Ischia e così è stato. E finalmente – aggiungiamo noi – così potremmo inziare a parlare di turismo e di sviluppo sostenibile della nostra isola. Il primo passo mosso da Capezzuto è stato richiamare l’attenzione sull’importanza di un coordinamento di tutte le politiche amministrative che, pur riguardando altri settori, influenzano il turismo. Per troppo tempo si è ritenuto che si potesse agire da soli, che il turismo fosse solo la sagra del mare o le sagrette e feste in piazza. Oppure che bastessero le bellezze naturali per catapultare sulla nostra isola i turisti. Così purtroppo non è stato e non è. Nei documenti in preparazione e che a giorni saranno al vaglio del Sindaco e della Giunta Municipale si delinea una visione globale del turismo isolano in considerazione degli interessi economici, sociali, ambientali e culturali. Uno su tutto la progressiva pedonalizzazione del territorio che sta tanto a cuore non solo ai turisti ma anche e soprattutto ai procidani. Nel contempo sono già stati avviati una serie di incontri per tentare di definire il tutto con le forze rappresentatrici di questi interessi. Se questo è il dato ammnistrativo, il dato politico segna passo avanti per aver rispedito ai mittenti l’impressione di essere travolti dal nervosisimo e di patire un momento di difficoltà. Qualcosa si era inceppato e andava rimesso in moto. Spostare il tiro e inventarsi subdole manovre, congiure, abiure, alla fine non ha portato a niente se non a denunciare ancora una volta la fragilità della politica isolana.