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Raccontare il presente, capire il futuro

Quella normalità fatta passare per eccezione: Buona Pasqua

Ditgprocida

Mar 31, 2013

Redazione | C’è un curioso paradosso in ciò che  sta accadendo in questi giorni sulla nostra isola. A ben pensarci nemmeno tanto poi.  Una normalità che  – strombazzata –  viene fatta passare per eccezionalità. E allora un’isola senza la sosta selvaggia delle auto diventa l’isola da vivere e da amare e non più da disprezzare. Quella dei milioni di passi e dei tacchi consumati sui basoli. Quel del “ciao come stai? io bene e tu ?” che si consuma non più a stretto contatto con un muro ma in mezzo alla strada.  L’isola delle passeggiate e dei profumi di cedro e pastiera, cannella e bambin gesù. Non quello riposto nell’armadio aspettando il Natale ma quello che rivive nell’uovo pasquale, scartando del cioccolato e sperando in un sogno.  La Procida  museo diventa allora un set a cielo aperto, “paiette e lustrini”, fotografi e commentatori che puntualemnte giungono ogni sacro santo anno. Solo luci dei flash nell’ombra di un’isola che si ricovera nell’antichità, per uscire dal presente, dalla normalità e rifugiarsi nel mito e nelle liturgie della eccezionalità.  Procida e Vivara, restituite alle cerimonie, ai protocolli, e alle etichette più inattuali e tuttavia più allegre e popolari, e non solo perché non c’è nulla di più inattuale dell’allegria ma anche perché quanto meno te l’aspetti, quel sentimento si infila nel gruppo dei “primi” trenta scout  che avanzano  – salendo su Vivara  – trattenendosi con le mani come i visitatori che giunsero a Guantanamo o quei fortunati che visitarono la prigione  di Alcatraz. Io ci sono stato, ho visto: ….”Non volava verso grandi orizzonti in alto al di là dei monti. Non entrava nelle cattedrali immense dove i preti celebravano messe. Era andata a cercare lontano un popolo che gli tendeva la mano e dentro al sorriso più audace lì, si era posata la colomba di pace. Tindara Cannistrà….”

 

 

 

7 commenti su “Quella normalità fatta passare per eccezione: Buona Pasqua”
  1. Molta ” poesia ”

    ma,poca sostanza,da parte della poetessa.
    Non penso che l’isola sia ” disprezzata” ,dopo passata l’illusione ” pasquale”,con divieti di circolazione in più in questi tre-quqttro giorni.

    Non penso che Procida diventi ” invivibile” passata la Pasqua,solo chi fa una fugace apparizione in questo periodo dell’anno, e poi se ne va,non coglie in pieno l’autenticità della vita a Procida.

    Si,con veicoli in più,ma non ” caotica” e da disprezzare, come ,ingiustamente,dice l’autrice.

    E poi, che ne sa l’autrice, di Vivara,perfettamente niente.

    Un’ìisola ,Vivara,abbandonata da Dio e dagli uomini,per decenni,per negligenza della politica affaristica

    e ,aperta al pubblico, solo tre giorni,per accontentare il ” popolino”.

    Io, i visitatori di questi giorni di Vivara,li descriverei,in un altro modo: come se stessero scoprendo i ” campi di sterminio ” nei GULAG dei COMUNISTI RUSSI

    altro che Alcatraz e Guantanamo

  2. Auguri a tutta la redazione che bello leggervi lontano da Procida.

    Quanto ci manca lo scoglio 🙁

  3. ci ho fatto caso pure io alle varie categorie:
    i fotografi: quelli che mettono foto su fb per far vedere che sanno scattare qualche foto ( ridateci impagliazzo e i rullini)
    le modelle: quelle che devono farsi la sfilata, tacco dodici e indossare l’abito succinto e coscia lunga, c’è fidanzato tra i portatori degli scatoloni.
    Gli investigatori: quelli e quelle pronte a fotografare un cesso per strada o un filo di erbaccia, o uno che non porta il cappuccio o il vigile che chiacchiera beatamente;
    gli amanti e gli affinii: quelli che comprerebbero per loro prima che per i loro figli lo zucchero filato e il palloncino…..troppo ai lov iu stanno.
    infine ci sono i lavoratori che vivono fuori e per cui vale sempre la pena tornare sull’isola, anche per vedere la solita solfa ed io che stasera parto sono fra questi.

  4. CONDIVIDO TUTTO. CI HANNO FATTO PASSARE L’APERTURA DELLA NOSTRA VIVARA COME UNA COSA ECCEZIONALE, QUANDO DOVREBBE ESSERE LA COSA PIU’ NATURALE DEL MONDO.
    E POI SOLO PER TRE GIORNI UN VERO SKIFO, CREDETEMI DA ALTRE PARTI DOPO 11 ANNI DI GESTIONE SI SAREBBERO VERGOGNATI DI USCIRE PER STRADA CERTA GENTE CHE HA LA PROPRIETA’ O LA GESTIONE DELL’ISOLA.
    SULLA PROCESSIONE A ME NON E’ PIACIUTA AFFATTO TROPPO LUNGA, DISORDINATA E CAOTICA IN PIENO STILE SUD ITALIA.
    PROCIDA SENZA MACCHINA E’ UN SOGNO IRREALIZZABILE. METTIAMOCI L’ANIMA IN PACE E PRETENDIAMO BUS PIU CAPIENTI E PIU EFFICIENTI. TAXI COLLETTIVI E PARCHEGGI.
    B PSQUA

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