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Raccontare il presente, capire il futuro

Quella volontà disattesa che cambia la storia dell’Albano Francescano

Ditgprocida

Mag 5, 2013

Redazione | A margine dell’insediamento del nuovo Presidente Emilia Carannante e del nuovo CDA – previsto per domani e a cui facciamo i nostri migliori auguri –  torniamo a parlare ancora una volta dell’Albano Francescano. L’occasione ci permette di chiarire alcune delle considerazioni che l’ex Cons. Rosato ci ha fatto pervenire giorni fa e che abbiamo pubblicato integralmente. Tralasciamo la ricostruzione  “storica” pervenuta ( parziale e a  tratti tendenziosa)  degli eventi e che faremo anche noi riportando solo date ed accadimenti salienti per non annoiare i lettori.  Lungi da noi ergerci a moralizzatori  – come siamo stati definiti – nel racconto di  una vicenda storico giuridica  che, finita sotto la lente di ingrandimento, credevamo potesse solo fare chiarezza. Così  è stato fino a quando non abbiamo individuato  – forse  – un nervo scoperto. Ed è per questo ( e delle richieste  giunte in questi giorni in redazione) che siamo sin da subito disposti a moderare  un confronto pubblico con gli amministratori dell’epoca, vecchi presidenti, politici e reggenti attuali. Anzi tanto per iniziare chiediamo che  venga convocato ad horas un consiglio comunale sul tema per  informare la cittadinanza ed i suoi rappresentanti di quello che accade ed è accaduto.  Nello  specifico  delle  questioni sollevate non possiamo non leggere una punta di demagogia e alcune “inesattezze”. Da un lato  l’autore ci  esorta a modificare un commento, ricostruisce fatti ed accadimenti, dall’altro non ci risparmia una vena  polemica, additandoci come al servizio di chissà chi o in difesa di  questa o quella persona.  Lo tranquillizziamo noi e lo tranquillizzano i quasi due mila click giornalieri che da tre anni ci onorano di posizionare  il mouse su tgprocida.it.

Venendo ai fatti  – carte alla mano – nell’esposizione, l’ing Rosato scrive:  (Si è, infatti, accertato che il C.d’A. ( albano francescano )  dell’epoca si attivò immediatamente per ampliare il Cd’A con ulteriori sei membri di nomina del Sindaco  –https://www.tgprocida.it/wordpress/?p=6921 ), facendo riferimento agli anni in cui ha fatto parte del CDA. Non è andata proprio così.  Dagli atti si evince che il primo ad attivarsi per porre fine a quella  “ingiustizia” fu il Sindaco dell’epoca Luigi Muro, a seguito dell’avvio dell’azione legale per la restituzione del patrimonio dell’Albano Francescano da parte degli eredi del dott. LaChianca. Gli eredi richiedevano le proprietà immobiliari indietro (compresa Vivara) proprio per la mancata attuazione da parte dell’Ente delle volontà testamentarie del loro parente che voleva la nomina di ulteriori  6 membri laici all’interno del CDA. Solo dopo la delibera consiliare n. 23 del 29.02.2000, votata all’unanimità del Consiglio Comunale  –che sollecitava proprio i consiglieri dell’Albano Francescano di origine procidana (tra cui proprio il Dott. Rosato) ad attuare tale disposizione testamentaria – l’Ente si diede una mossa! Ma fino ad allora nessuno mosse un dito in tale direzione. Furono fatti dei tentativi prima dell’epoca ma non andarono mai a buon fine.

Poi l’ing. Rosato scrive: (  ma non fu possibile dar luogo a detto ampliamento per il semplice motivo che l’Autorità tutoria dell’epoca la dichiarò non attuabile stante le norme vigenti –https://www.tgprocida.it/wordpress/?p=6921 ).

Non vero, anzi. La Regione Campania, quale organo di controllo delle Fondazioni a norma dell’art. 25 codice civile si limitò a dire, con Decreto n. 2584 del 04.12.2001, che non si poteva approvare la modifica statutaria solo perché essa era stata deliberata da un Cda in proroga e non con pieni poteri. Nulla ha mai contestato la Regione circa la legittimità giuridica di una tale modifica che perciò era ed è assolutamente valida a differenza di quanto fatto intendere.  Se davvero si aveva a cuore la risoluzione di tale ingiustizia, bastava che il Cda dell’epoca facesse tale modifica prima della sua scadenza e tutto si sarebbe risolto 13 anni fa.
Invero il Cda dell’Albano Francescano deliberò su tale questione dell’aumento del Consiglio per ben 3 volte: e precisamente l’08.04.2000; il 13.07.2001 e il 06.08.2001. E purtroppo l’ex cons. Rosato era assente.
Anzi, nel verbale della  seduta dell’08.04.2000, in effetti si presentò al Consiglio e prese per primo la parola dichiarando però testualmente che “per precedenti impegni connessi alla mia candidatura al Consiglio Comunale non posso trattenermi e quindi saluto e lascio la seduta” facendo proprio lui venir meno – ahinoi con tale comportamento  – il numero legale e non consentendo di fatto all’Ente di poter deliberare quell’ aumento del CDA.

E’ evidente che  tale modifica nessuno la voleva, a maggior ragione i  Francescani e il clero locale.  E ne abbiamo avuto conferma quando è stata riproposta due anni fa.    Tutto legittimo da un punto di vista giuridico ma non giustificabile  -a nostro avviso –  dal punto di vista morale. Quella morale che dovrebbe essere alla base di ogni comportamento quando si tratta della gestione della cosa pubblica. Figurarsi di enti a scopo benefico- assistenziale. Le pressioni subite – evidentemente -dai rappresentanti dell’ordine Terziario dei Francescani di non attuare o di rimandare una modifica così importante può solo essere  interpretata come  il timore di perdere la maggioranza  all’interno del CDA. Lo sbaglio successivo è stato trasferirlo – forse – sul versante politico.  Si poteva essere antitetici all’azione amministrativa dell’allora  maggioranza consiliare (che avrebbe dovuto nominare i 6 membri aggiuntivi – nonostante il Sindaco  si era all’epoca reso disponibile a condividere tali nomine con tutto il Consiglio Comunale e quindi pure con la minoranza) com’è nella logica delle cose. Ma farne una leva di divisione su un patrimonio così importante per la nostra isola è stato  a nostro avviso un grave errore. Intanto domani – come dicevamo – si insedia il nuovo CDA e al neo Presidente Carannante chiediamo  da subito di adoperarsi per mettere fine a questa incresciosa vicenda che vede una volontà testamentaria disattesa e che getta ombre sulla fondazione.

CRONISTORIA AVVENIMENTI ALBANO FRANCESCANO

1858 fondazione dell’ospedale Civico Albano su volontà testamentaria dell’armatore GIROLAMO ALBANO
28 settembre 1929,  fusione con il Terz’ordine dei Francescani (contributo di Lire 50.000 )si da vita all’ospedale Civico Albano Francescano
24 luglio 1939, Erede LaChianca fa testamento olografo e lascia gran parte dei suoi beni all’Opera Pia Ospedale Albano Francescano
1940 Morte LaChianca – Apertura testamento

1944 Commissariamento dell’ente: Prefetto Roberto Foti et Signora Simoncelli Scialoja  – commissario Francesco Lojudice ( poi Sindaco)

1946 -2000 BUIO TOTALE

28 aprile 1993, all’Ente venne riconosciuta la personalità giuridica di diritto privato ( su indicazione del segretario )
Anno 2000 avv. Giuseppe Diana, erede collaterale di ottavo grado degli Scotto LaChianca chiede che venga riaperta la successione per INADEMPIENZE.
Il 29 febbraio 2000 il Consiglio Comunale chiede all’ente di eseguire le volontà testamentarie  e di aumentare di sei unità il CDA. L’ente respinge!
Anno 2011 Il Presidente dell’ente Avv. Mariano Cascone ripropone la situazione ma i Francescani e il Clero Locale bocciano la proposta arrivando addirittura a chiedere le dimissioni del Presidente
Febbraio 2012 Il Comune ha fatto causa all’Albano per ottenere una sentenza che obbligasse l’Ente all’aumento del CDA dei 6 membri ulteriori di sua competenza alla luce dell’immobilismo della Fondazione a dare seguito alla disposizione testamentaria di LaChianca.
Ed ha chiesto un risarcimento danni pari ad € 10.000,00 per ogni giorno di ritardo da parte dell’Ente a tale aumento.

 

 

 

8 commenti su “Quella volontà disattesa che cambia la storia dell’Albano Francescano”
  1. Basta abbiamo capito come stanno le cose, ora cercate tutti insieme di far si che gli eredi non si freghino tutto. Mannaggia, invece di litigare , collaborate, siete gente di cervello, mettete da parte la polemica e insieme fate, fate, fate.
    Michele

  2. Gent.le direttore,
    ho letto più volte il suo nuovo post sull’argomento che tanto appassiona i Suoi amici avvocati e, dopo aver riletto quanto da me inviato e da Lei cortesemente pubblicato, deduco che utilizziamo due idiomi diversi e, pertanto, alcun confronto potrebbe servire a meglio chiarire l’argomento se prima non sia stabilita la lingua da usare.
    Non voglio approfittare oltre della Sua cortese disponibilità ad ospitarmi per cui non mi dilungo sul Suo TG in un esercizio inutile, visto che chiunque, leggendo e confrontando la mia ( https://www.tgprocida.it/wordpress/?p=6921 ) e questa Sua ricostruzione, può comprendere da sé.
    Solo per chiarezza verso i lettori del Suo blog, evidenzio che nel mio scritto il riferimento all’epoca era chiaramente agli anni 1940 -:- 1946, immediatamente successivi alla morte del benefattore D. Scotto La Chianca, e non – come furbescamente interpretato – agli anni 2000, quando la vicenda venne riesumata dagli avvocati di parte.
    Cordiali saluti.
    G. Rosato

  3. Gent.le Ingegnere,

    lasci stare i miei avvocati, le mie avvocatesse, i miei difensori d’ufficio. Professori in quiescenza. Potrei citargliene altrettanti. Lasci perdere anche gli idiomi, la sintassi e la semantica. Ho troppa stima, ma perché vuole polemizzare ad ogni costo? Mi dica lei: si è sentito chiamato in causa ( https://www.tgprocida.it/wordpress/?p=6882) ed ha risposto l’altra volta ( https://www.tgprocida.it/wordpress/?p=6921) su una questione del 1940? o.O forse quando lei non era manco nato? il 1946 cosa è successo?? ahh…. quando si chiese il parere alla Prefettura? e cosa rispose la prefettura?
    mi parli di questo se vuole parlare della STORIA dell’Albano Francescano. Ecco mettiamo da parte le RESPONSABILITA’ ( ormai sotto gli occhi di tutti ) degli ultimi anni ( quando lei era nel CDA ) e tuffiamoci indietro nel tempo.
    Da dove vogliamo partire? mi indichi lei la strada.
    Cordiali Saluti
    LP

  4. Ora come avviene per la trasmissione di Bruno Vespa che propone il PLASTICO sempre, volete scommettere che nei prossimo numero del giornale locale ci saranno 10 pagine in difesa dell’amico?
    e questo evidenzierebbe che avete colto nel segno.
    bravi

  5. caro dirett. caro dr.rosato g. noi procidani abbiamo capito come stanno le cose.ho paura solo che (l’albano francescano nonè più di noi procidani) . perchè viene gestito dai francescani? e non dà procidani ?mimmo amalfitano

  6. mimmo vuoi capire,chi comanda èparente di quache politico ,o raccomandato da qualche prete un po più inalto ?credo molto nel nuovo presidente anche se non ha molto esperienza forse è li per caso….cordiali saluti

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