Tre euro al “Restauratore responsabile”: obolo per visitare l’Abbazia di nessuno

Redazione | Un curioso invito al pagamento di un contributo di tre euro è apparso in questi giorni sui banchi dell’ingresso dell’Abbazia di San Michele Arcangelo. A corredo della richiesta una serie di interventi  di cui necessita l’Abbazia e il complesso museale. La cosa che stupisce è la firma del mittente, tale “il restauratore Responsabile“. Al di la della provocazione non possiamo non leggere basiti una lettera ed un invito simile. Anche e soprattutto perché nella stessa si riconosce la non titolare proprietà dell’Abbazia; di più si indicano responsabilità disattese da parte dello “Stato” nella gestione ordinaria e straordinaria dell’ente.  Eppure negli ultimi anni qualcosa si era mosso, una forma giuridica di riscossione delle offerte ci risulta si sia arenata nelle secche arcivescovili Napoletane. Tuttavia  la raccolta di fondi di qualche mese fa – sempre per interventi strutturali di recupero e ripristino – con tanto di busta acclusa – poteva essere la testimonianza di una ritrovata collaborazione tra Procidani e Chiesa Madre. A tal proposito ci risulta che la contribuzione sia stata proficua.  L’Abbazia di San Michele era e resta il nostro gioiello, il nostro fiore all’occhiello, il nostro Colosseo, la nostra Torre Eiffel. Il “restauratore Responsabile” indichi le strade per la salvaguardia e la promozione del complesso museale e di concerto con le altre istituzioni preposte ( Demanio, Comune, Curia, Fai, Clero) si adoperi per una risoluzione delle problematiche legate alla gestione di questo immenso patrimonio.