Redazione | La proposta politica che da sempre caratterizza l’azione della minoranza consiliare targata “la Svolta” nell’avvicinarsi del prossimo civico consesso si arricchisce delle tre interrogazioni che riportiamo.
“Il Comune di Procida è, ad oggi, privo di qualsivoglia rete pubblica, anche a pagamento, cd “wi-fi” per l’accesso ad internet da parte di privati mediante l’utilizzo di dispositivi mobili. Che l’avvio di un simile servizio rappresenterebbe un utile e valido strumento di ammodernamento infrastrutturale immateriale per la nostra isola.
Che diversi Comuni italiani ed europei hanno attivato reti wi-fi libere, gratuite e senza l’impiego di soldi pubblici, utilizzando anche fonti energetiche alternative, mediante sponsorizzazioni da parte di privati che in cambio potranno trarre profitto inserendo messaggi pubblicitari all’interno della navigazione libera mediante appositi banner.
Simili pratiche, disciplinate dall’art. 43 della Legge 449/97 sulle sponsorizzazioni private in opere ed attività pubbliche, sarebbero fonte di immenso vantaggio per gli utenti residenti e per i turisti ed avventori che avrebbero un ulteriore servizio, utile e tecnologico.
Tutto ciò premesso e considerato SI INTERROGA PER CONOSCERE se l’Amministrazione Comunale ritiene opportuno attivarsi, seguendo l’esempio virtuoso di altri comuni, nel senso indicato nella presente interrogazione.”
Per quanto riguarda le antenne posizionate nelle vicinanze e sulla stessa scuola elementare in Largo Caduti, l’avv. Cascone scrive: “Secondo la attuale normativa in materia di posizionamento ed installazione di ripetitori per la telefonia mobile e radiotelevisiva, tali infrastrutture (le antenne) sono riconosciute di importanza pari alle opere di urbanizzazione primaria (strade, fogne, illuminazione pubblica, ecc.). Esse sono inoltre ritenute compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e quindi possono essere realizzate in ogni parte del territorio comunale.
I Comuni, in ogni caso, possono sempre in via esclusiva definire le aree più idonee all’installazione degli impianti e quelle, invece, da escludere per motivi ambientali e paesaggistici.
La legge n. 198 del 04/09/2002 (cd. legge Gasparri) fissa in ogni caso in 70 metri la distanza minima dei ripetitori dalle abitazioni e che chiama l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) a dare l’ok al posizionamento.
Sugli effetti che l’inquinamento elettromagnetico può provocare sulla salute umana, a lungo termine, va precisato che lo stato attuale delle conoscenze è ancora limitato, tanto che non si possono predire effetti nocivi che potrebbero colpire soggetti meno dotati dal punto di vista immunologico, come malati, bambini ed anziani.
Per tale motivo una parte della comunità scientifica, preventivamente, ha suggerito di adottare un principio di cautela, inibendo l’installazione d’impianti di radiofrequenza nelle vicinanze di ospedali, scuole ed asili.
Anche se vi sono degli studi indipendenti seri e certificati, facilmente consultabili su internet, che associano patologie gravi e rischiose ad una esposizione a lungo termine ai campi elettromagnetici provenienti da simili installazioni.
In pratica, pur non essendoci una univoca evidenza scientifica (che si potrà avere solo tra diversi anni essendo relativamente recenti tali infrastrutture), vi è un verosimile rischio potenziale per la salute umana, specialmente se parliamo di organismi in fase di sviluppo quali i bambini.
Pertanto, sarebbe senza dubbio angosciante per ognuno di noi scoprire tra qualche anno che le onde radio ed i campi elettromagnetici sono rischiosi per la salute umana e fonte di patologie cancerogene, nella orribile consapevolezza di aver potuto fare qualcosa ma di non aver mosso un dito a tutela dei nostri figli e giovani.
Tutto ciò premesso e considerato – l’avv. Cascone – INTERROGA PER CONOSCERE:
La natura di tutte le installazioni radiotrasmittenti poste sul tetto della scuola elementare centrale di Procida; Se per ognuna di esse è agli atti del Comune uno studio, da parte delle società installatrici e/o di organismi pubblici, circa l’impatto delle stesse sulla salute umana; Se vi è agli atti il nulla osta da parte dell’ARPA regione campania; Se, in ogni caso l’Amministrazione, alla luce delle argomentazioni della presente interrogazione, non ritiene più opportuno, a tutela della salute dei bambini e degli operatori scolastici, definire in tempi brevi un regolamento per tali installazioni che escluda categoricamente gli edifici scolastici secondo un principio prudenziale e di buon senso.
La mancata approvazione, ad oggi, del Piano Paesistico da parte della Regione Campania comporta l’applicazione per il nostro territorio, soggetto a vicolo paesistico per la sua intera estensione, della speciale procedura autorizzatoria degli interventi edilizi prevista dall’art. 146 del Dlgs 42/02 (cd. Codice Urbani), che contempla il parere vincolante della competente Soprintendenza.
Tale parere, a seguito dell’adeguamento del Piano Regolatore comunale dopo l’approvazione del detto Piano Paesistico regionale, a norma del co. 5 del citato art. 146 diverrà non più vincolante per l’amministrazione, a differenza di ciò che avviene oggi.
Pertanto, tale passaggio legislativo regionale appare assolutamente necessario al duplice fine:
– di regolamentare, secondo criteri oggettivi e non più legati a libere interpretazioni da parte della Soprintendenza, il settore edilizio e dare certezze ai cittadini;
– di sbloccare il settore imprenditoriale dell’edilizia, fondamentale per la ripresa della nostra economia, il quale, a causa della descritta carenza di regole certe dove tutto è lasciato a valutazioni soggettive svincolate da qualsivoglia prevedibile criterio, trovasi in una profonda crisi con ripercussioni anche sull’occupazione giovanile.
Tutto ciò premesso e considerato
SI INTERROGA PER CONOSCERE
Se l’Amministrazione Comunale, alla luce dei recenti solleciti avanzati alla Regione Campania anche da codesto spett.le Consiglio, ha ricevuto rassicurazioni e/o scadenze da parte dell’Ente regionale relative all’approvazione del Piano Paesistico di competenza;
Essendo intenzione di codesta Amministrazione, manifestata al sottoscritto Consigliere per le vie brevi in diverse occasioni, di elaborare e portare all’attenzione del Consiglio Comunale un atto di indirizzo interpretativo circa la materia edilizia relativamente agli aspetti autorizzatori, si chiede di sapere in che modi e con quali tempi tale iniziativa sarà realizzata;
Nelle more, letto l’art. 149 del Codice Urbani che disciplina gli interventi non soggetti ad autorizzazione, stante la previsione non di dettaglio del suddetto articolo, si chiede di conoscere sin da subito le ipotesi concrete considerate dagli uffici competenti rientranti in tale previsione normativa, indicando ove possibile dei concreti casi esemplificativi.