Gli armatori storici del Golfo di Napoli, quelli che fanno capo all’Acap, hanno deciso di rompere la tregua chiesta dalla Regione fino a novembre. “I bilanci ci dicono – spiega il direttore dell’Acap, Salvatore Ravenna – che non è più possibile proseguire sulla strada della disponibilità. E’ in gioco la sopravvivenza stessa delle compagnie, gli oltre cinquecento posti di lavoro, il futuro delle numerose aziende che operano nell’indotto. La Regione Campania – prosegue Ravenna – ci ha chiesto di resistere, ma lo ha chiesto solo a noi, agli armatori storici. Non vogliamo alimentare polemiche di nessun genere, ma da oggi in avanti abbiamo deciso di pensare innanzitutto alla salvezza delle nostre aziende. Operiamo da anni senza sovvenzioni, senza aiuti di nessun genere. Al costo del carburante, lievitato negli ultimi tempi a livelli stratosferici, è corrisposto solo il taglio degli sgravi fiscali da parte del governo. Il risultato è che noi navighiamo nel Golfo di Napoli e garantiamo i servizi pubblici a prezzi bloccati per i residenti mentre i grandi armatori hanno benefici di ogni genere”.
Basta biglietti scontati per residenti, basta abbonamenti, dunque. Gli armatori dell’Acap sono decisi ad andare avanti fino a quando anche nei loro confronti non si manifesti concretamente quel sostegno che da più parti è stato annunciato ma mai concretizzato. “ Noi di fatto – continua il direttore Ravenna – svolgiamo un servizio pubblico con imposizioni di ogni genere solo sul fronte dei doveri. Ci chiedono corse, mezzi adeguati, servizi, prezzi scontati e poi si fa riferimento al libero mercato. Se il mercato è libero veramente allora noi navighiamo alle nostre condizioni. Se, invece, si vogliono soluzioni capaci di soddisfare le esigenze di ogni singolo viaggiatore allora bisogna intervenire per sostenere il settore. I bilanci delle compagnie segnano rosso da anni, abbiamo scontato nel 2008 la crisi conseguente all’emergenza rifiuti in Campania, a questo si è aggiunta la grave crisi economica che ha visto ridurre nel 2009 e nel 2010 i flussi turistici, nonché il proliferare di piccole e piccolissime società di navigazione che solo nei periodi di altissima stagione turistica operano sul mercato sottraendo alle compagnie clientela, potendo esse praticare prezzi inferiori in ragione delle caratteristiche del naviglio utilizzato, nonché della circostanza che operando solo nel periodo estivo esse non subiscono le perdite di esercizio del lungo inverno, perdite che in un regime di mercato ed in assenza di contributi devono essere coperte con gli utili del periodo estivo. Le compagnie hanno dimostrato da anni tutta la loro buona volontà sia all’amministrazione regionale precedente che a quella attuale. Avevamo informato dello stato di crisi sia il governo regionale, che quello nazionale, non ultimo con nota. Purtroppo sino ad oggi nessun provvedimento idoneo a compensare le difficoltà denunciate è stato adottato, anzi la Regione, purtroppo, con gli ultimi decreti ha ancora una volta penalizzato gli armatori storici che garantiscono il servizio in tutto l’anno, favorendo invece iniziative finalizzate a lucrare solo nei mesi estivi. Ora bisogna passare ai fatti. Noi cominceremo da mercoledì”.
Ufficio stampa Acap