Sebastiano Cultrera | Partiamo da un dato: la maggior parte delle strade di Procida sono le stesse di 150 anni fa. E allora circolavano solo cavalli, asini, e qualche decina di carrozze; le quali, tra l’altro, non venivano parcheggiate sulla pubblica strada ma attraversavano i grandi portali, spesso appositamente costruiti con splendido piperno, per essere ricoverate negli ampi androni dei portoni delle case patrizie procidane. Nello stesso tessuto viario (o quasi: negli ultimi 50-60 anni si sono aperte via Libertà, via 4 novembre e via Colombo) oggi circolano migliaia di mezzi a motore. Questo fatto non può che portare a degli scompensi. Ma, se ragioniamo senza paraocchi, il problema non è il TRAFFICO , almeno nel senso urbano del termine, vale a dire di condizione di ingorghi della circolazione veicolare, perché, ad onor del vero, di ingorghi se ne vedono pochi e di breve durata. Anzi, a volere essere sinceri, dobbiamo riconoscere che, nella nostra isola, i problemi di traffico veicolare intenso, che blocca la circolazione, sono frequenti ed intensi soprattutto nella stagione invernale, quando tutti tendono ad usare esclusivamente l’automobile per spostarsi. E sono , viceversa, rari d’estate, nonostante un presunto aumento della circolazione. La parola traffico, quindi, ritengo non sia indicata a descrivere la mobilità isolana. Altro termine che abolirei volentieri è il termine DIVIETO, strumento inadeguato, e anche semanticamente punitivo: di norma chi non è capace di regolamentare vieta. Ma i problemi della mobilità rimangono tutti, a partire da quelli che sembrano banali ma non lo sono : i problemi dei pedoni. Ecco, proviamo a ribaltare la situazione. Il problema non è, e non deve essere, PUNIRE gli automobilisti o gli scooteristi, magari con divieti propinati per motivi quasi terapeutici ( del tipo : un po’ di divieto fa bene all’isola). L’emergenza e l’urgenza riguarda, invece, un dato di civiltà che viene negato costantemente, e a danno, in primis, dei residenti sull’isola: quello di una corretta agibilità della circolazione pedonale. Faccio un esempio: immaginate una donna con un bambino nella carrozzina. Immaginate che essi debbano andare da S. Antonio a San Giacomo. Di estate o di inverno, turista o procidana, questa donna passerà un brutto quarto d’ora. Ed altrettanto male se la passeranno anziani ed altri pedoni non perfettamente atletici ed allenati alla protervia di quegli automobilisti, tassisti e conducenti vari che considerano i pedoni un ostacolo minore e quindi comprimibile. In effetti, dal punto di vista dell’automobilista i pedoni sono fastidiosi: si spostano, attraversano, se stanno davanti camminano piano. Sulla macchina chi è che non hai mai pensato che la COLPA del TRAFFICO è forse dei PEDONI ? Certo è che la promiscuità di uso di molta parte delle strade isolane tra pedoni e veicoli sono una insanabile e costante fonte di pericolo e di disordine. L’impegno della collettività a risolvere il problema della mobilità isolana è una emergenza irrinunciabile, per motivi di salute e incolumità pubblica, ma soprattutto per una ragione di civiltà. Le istituzioni democratiche fanno quello che possono, appesantite come sono da una volontà popolare che va nel senso di un indiscriminato uso dei veicoli a motore inteso (o piuttosto malinteso) come libertà individuale. Esperti di ogni tipo si sono esercitati in progetti di mobilità sostenibile, che , se ben fatti e realmente attuati possono rivelarsi utili; ma non sempre : nel passato un progetto del genere portò allo sbarco del servizio pubblico regionale ( ex Sepsa , ora EAVbus, quasi ex anche questa) che, onestamente, con i suoi mezzi spropositati e con quel privilegio del doppio senso nell’asse centrale contribuisce, così com’è, alla confusione, all’inquinamento e a qualcosa che somiglia veramente al Traffico. Non sembra, quindi esserci nessun tassello a posto nel complicato puzzle della mobilità isolana, e magari anche le cose buone e le buone iniziative si perdono. Come sempre i privati più sensibili hanno fatti da soli, e l’unico bagliore di luce in questo buio è l’incremento dell’uso della bicicletta, anche elettrica (e qualche buontempone ha anche pensato strumenti coercitivi nei loro confronti). Altri automobilisti (non moltissimi) cercano di guidare in maniera consapevole, rispettando i pedoni, le biciclette e gli altri veicoli : è un indispensabile tratto di convivenza civile, magari da incrementare con campagne ad hoc. Cmq è troppo poco e non fa sistema. Per il resto regna il caos. Ho raccontato di un altro tema senza soluzione? Credo solo di avere contribuito, anche stavolta a stimolare un ragionamento , con una fotografia ( magari impietosa) di un aspetto della nostra vita isolana, che mettiamo a fuoco ancora di più nel periodo estivo. So bene che il tema della mobilità vede alcune rigide posizioni ideologiche ( del tipo: divieto si, divieto no !) che, sicuramente, appassionano più delle mie quattro parole. Credo, tuttavia, sia meglio guardare le cose per quello che sono: se non diamo uno sguardo sereno e privo di pregiudizi alle cose , faremo fatica ad essere veramente costruttivi.
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5 commenti su “Editoriale: E se la colpa del traffico fosse dei pedoni?”
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complimenti bel pezzo e giusta riflessione
insomma- è molto cartesiana- invece bisogna avere il coraggio, e certamente non noi miseri modesti osservatori, ma chi come il relatore, che credo sia in politica, ( chiedo scusa se sbaglio) e gli stessi direttori di blog o giornali locali.
diciamo la verità: è senz’altro un fatto culturale, che non vede solo Procida, ma una buona parte del meridione.
i peggiori sono Taxisti, motorette biciclette, e pulman, medici, e chi distribuisce, la merce ai negozi. Voglio ricordare che l’Italia è un paese vecchio e non solo Procida ha le strade costruite per gli asinelli, (Autostrade a parte.)
ma chi vive in strada come il sottoscritto, vede cose da inorridire. Sindaco!!!!
“QUEST’ISOLA PEDONALE” A MARIANA GRANDE E’ PER I PEDONI O PER LE BICICLETTE? ieri sera volevo ascoltarmi un po il mio vecchio amico Barra- non ho trovato posto a sedermi- allora con la famiglia e con i figli ho deciso di passeggiare un po- pazzesco , neanche sulla passeggiata della scogliera- ho preferito le zanzare della scogliera lato cinema- LE BICICLETTE PEGGIORE DELLE ZANZARE- MA QUELLE CHE TRASMETTONO LA MALARIA. VERGOGNARSI E DIR POCO- l’arroganza di queste persone che usano la gente per fare la gimgana- QUESTIONE DI EDUGAZIONE——- NON C’E’!
Allora vogliamo mettere anche il divieto x le due ruote micidiale peggiore delle zanzare, anche dove c’è l’isola pedonale? se no… andate a kakare .. tutti relatori direttori, benpensanti, insieme al vostro Sindaco.
Penso che l’analisi fatta da Sebastiano sia ormai un fatto acquisito.
Questa foto del sistema mobilità a Procida viene fatta ogni qualvolta si presenta triste il problema dell?IMMOBILITA’ e del pericolo costante di circolare in una strada di procida.
Tutto questo riferito da Sebastiano, noi lo sappiamo già. Il problema grosso e trovare le soluzioni! fare proposte e crederci. Proprio quello quello che manca ed è sempre mancato! Forse ora ancora di piu’.
Io penso che
Fin quando si affronterà il problema con i preconcetti sarà molto difficile trovare soluzioni. Come diceva Sebastiano, anni e anni fa, a Procida circolavano quattro carrozzelle e per ovvi problemi di “manutenzione” , al termine della passeggiata o del lavoro, venivano riposte negli androni e nei portoni lasciando libere le strade di Procida, che come citato sono le stesse (o quasi) da 100 anni a questa parte.
Al giorno d’oggi i mezzi adibiti alla circolazione, possono comodamente essere lasciati allo scoperto, non hanno bisogno di essere strigliati, abbeverati o altro, e quindi vengono lasciato COMODAMENTE in strada.
Quindi pur rimanendo le strade le stesse, sicuramente lo spazio usufruibile di tali strade con le centinaia e migliaia di veicoli in sosta, vengono ridotte dell’ottanta per cento.A questo potremmo aggiungere,
le migliaia di veicoli in circolazione, tra cui non ultime,
le centinaia di biciclette elettriche e non,
e in particolari periodi dell’anno le migliaia di pedoni che spesso e volentieri, volutamente, si mettono a camminare in mezzo alla strada, allora il mosaico è bello e concluso.
Senza fare della retorica, penso che per risolvere il problema ognuno dovrebbe fare un passetto indietro.
Non si può permettere di lasciare in strada,specialmente nei posti critici, migliaia di veicoli; residenti e non residenti;
Anche i conducenti delle bici, sopratutto e in particolare quelle elettriche (veri e propri motorini elettrici) devono rispettare il codice della strada cosi come lo dovrebbero fare i veicoli a motore;
Ultimo ma non ultimo come ” problema “, i pedoni.
Possibile che la quasi totalità dei pedoni pensi di aver precedenza assoluta in ogni situazione in mezzo alla strada?
Con questo non voglio dare colpa al pedone, che posso essere pure io, ma bisogna applicare anche in questi casi i regolamenti.
Possibile che trovandosi a circolare in una strada che pure permette il passaggio di pedoni (anche a tre di fianco) e il veicolo a motore, il pedone (per la verità quasi sempre forestiero e scienziato) si senta in diritto di posizionarsi in mezzo alla strada?
Allora bisogna trovare le soluzioni anche a costo di inimicarsi i contribuenti!
Crederci in quello che si vuole fare altrimenti questo paese non cambierà MAI!
INFINE, non si può continuare a paragonare il conducente di bici come un pedone! non è possibile! Anche la bici, specialmente quella elettrica può essere un pericolo per i pedoni.
Le proposte sono tante ma non trovo giusto e possibile evidenziarle su di un post sopratutto senza la presenza di un contraddittorio live, diretto!
ben venga un incontro pubblico con Direttori, relatori, ed esperti del settore.
caro gianni,
come ben sai da anni cerchiamo di stimolare la coscienza civica isolana attraverso la conoscenza dei fatti che accadono facendo informazione H24. Nel contempo non lesiniamo energie per lanciare spunti di riflessione come sassi nel lago dell’immobilità isolana. Non di rado è capitato di chiedere pubblici confronti che mai hanno trovato ascolto. Arriveranno di sicuro da qui a breve, in vista della campagna elettorale. Forse li non ci saremo noi.
Non capirò mai i miei paesani che quando si recano a Napoli per shopping,si fanno Corso Umberto 6 volte e non contenti dopo si spostano magari anche su via Roma e/o via Chiaia… però a Procida per comprare le sigarette o il quotidiano sentono la necessità di spostarsi con un qualsiasi veicolo. Mah.