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Procidani, brava gente: e per poco una bambina non finiva in ospedale

Ditgprocida

Ago 29, 2013

fumoRedazione | Contravvenire è il verbo che più si addice ad una popolazione che ha nel suo DNA un lato caratteriale  fortemente scontroso. Basti pensare che la sezione distaccata del tribunale di Pozzuoli esamina  – in termini percentuali –  più casi di controversie di tutta la  Provincia.  Si contravviene alle più semplici regole del vivere civile con una grande nonchalance.  E così  – non di rado –  se non si è attenti per le strade, può capitare che ti mettano sotto,  se si sta in acqua a pochi metri dall’arenile sbuchi un’acqua scooter e  ti spacchi la testa, che si peschi nell’area marina protetta, che il vicino di casa non ti alzi il muro di confine in  una notte, che si conferiscano rifiuti fuori orario e fuori differenziata, ecc ecc. Un codice di comportamento a dir poco assurdo che ormai fa parte della nostra quotidianità e che  è disciplinato e regolato   – meno male –  da leggi dello stato e ordinanze. Tra queste quella isolana e regionale che proibisce di disfarsi  – incendiandole – sterpaglie e materiale da risulta, nel periodo dell’anno che va da giugno a settembre. E’ così che nella prima mattinata di oggi, una bambina asmatica per poco non finiva le sue vacanze  in un letto di ospedale in seguito alle esalazioni di monossido di carbonio  che si alzavano copiose  da un pezzo di terra prospiciente la sua abitazione in Via Cafarotta.  “Come avviene da qualche giorno un noto contadino della zona, non ha niente di meglio da fare che dare fuoco intorno alle 04.00 con la precisione di un orologio svizzero tutta la merda che ha a disposizione – ci racconta Michele padre della bambina –  il caldo di questo fine agosto dovrebbe far pensare  a certi trogloditi che qualche famiglia  – che non ha l’aria condizionata  – potrebbe avere le finestre aperte. E il fumo odioso che si alza dal fuoco  è tremendo, tanto che mia figlia  è dovuta ricorrere ad una iniezione di cortisone e spruzzi di ventolin“. E conclude “in mattinata andrò ad esporre tutto ciò alle forze dell’odine con tanto di denuncia“.

2 commenti su “Procidani, brava gente: e per poco una bambina non finiva in ospedale”
  1. Caro Michele,
    non so chi sei ma ti capisco benissimo.
    Io ho lo stesso problema da sempre.
    Ho fatto le mie rimostranze al Comune, ma da questo orecchio non ti sente nessuno. Sai perchè? Perche molti di loro sono i primi ad accendere le sterpaglie dei loro giardini.
    Lo fanno tutto l’anno, tanto anche se li prendono al massimo gli fanno spegnere il falò.
    La sera metto la sveglia per le 4.00 del mattino per chiudere, anche in piena estate, tutte le finestre delle mia casa se non voglioo morire asfissiato.
    Anche stamane, 03.09.13, hanno acceso (come sempre).
    Ho pensato, persino, di andar via da Procida. Paese incivile governato da incivili.
    Basterebbe navigare su internet per rendersi conto di come si regolano i comuni civili in materia di accensione fuochi. In tantissimi, specialmente del Nord, non si accende per niente. In altri occorre prima presentare un richiesta scritta e ricevere la relativa autorizzazione per accendere solo in determinati periodi e giorni della settimana. Autorizzazione che viene concessa previo visione dei materiali da accendere. Qua si accende di tutto, specialmente la plastica molto usata dai coltivatori per non far crescere l’erba intorno alle piante.
    A Procida, tra l’altro, non si potrebbe accendere MAI, perche le Legge nazionale prevede almeno 250 metri di distanza dall’abitazione più vicina, che, di fatto, non esistono in nessun punto dell’Isola.
    Quando il fumo ti entra in casa non sai cosa fare:
    se chiudi le finestre quello che è entrato resta dentro, se le apri te ne entra dell’altro. Tante volte ho dovuto prendele l’auto e andarmene da casa.
    Qualche giorno denuncerò chi di dovere per omissione di atti d’ufficio e mancata tutela della salute pubblica. Non ce la faccio più.
    Costituiamo un comitato ad hoc per poter agire in modo più incisivo.
    Saluti. Gino Maiorano, via M. Scotti 23.

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