• Mer. Nov 20th, 2024

TGPROCIDA

Raccontare il presente, capire il futuro

Si alla cittadinanza Onoraria all’Ing. Andrea Cosulich, ma anche un infinito grazie ai marittimi procidani

Ditgprocida

Ott 10, 2013

AsbestosRedazione | In poco meno di cinquant’anni, non c’è stata una famiglia isolana  – con a capo un marittimo  – che non abbia contattato o  sia stata contatta “dai  Cosulich” per un imbarco. Il giorno dopo l’esame del quinto anno era già tutto pronto per il libretto di navigazione. Possedere quel quadernetto con la foto, le generalità, il diploma o la scuola professionale segnata,  era il biglietto di ingresso nel mondo.   Iscriversi poi nei ruoli della “gente di mare” significava avercela fatta, si poteva iniziare a lavorare.   E con la mente quei ragazzi – in attesa del telegramma –  già  salpavano, disancorando i sogni,  a bordo di quei bestioni neri di centinaia e centinaia di tonnellate, battenti chissà quale bandiera, da cui tanti rifugivano.  Il primo contratto ( se di contratto si poteva parlare ) a 24 mesi, poi diciotto mesi, poi un anno, in cambio di quell’assegno che mensilmente veniva recapitato al domicilio e tanto atteso dai familiari.  Si alzava la testa dopo anni di miseria, si facevano progetti, si cambiava arredamento, facevano sposare le sorelle, ecc ecc.  Erano gli anni 60 e i petroldollari facevano gola a tutti.  Generazioni di procidani ( quasi 5000) che con le rimesse societarie ( poco più di 200 miliardi di vecchie Lire ) hanno edificato case, qualcuno più di una, fatto studiare i figli all’università, acquistato pellicce e gioielli, assicurato benessere alle famiglie. Anni e anni,  solcando oceani e girando il mondo. Per lunghi tratti quella vita, volendo, poteva anche arrivare a piacere. Non sapevano che il tornaconto di assegni e “piripissi”, statue della libertà e Long Island, sarebbe stato il Cancro. La Samarcanda della loro vita era li ad attenderli, non  lasciandoli  mai soli.  Non potevano saperlo perché nessuno glielo diceva, nessuno glielo ha mai detto. Altri tempi, altri uomini, altra storia.  Tra le pareti dei corridoi, delle cambuse, di quelle cuccette –  dove si tentava di riposare nonostante il mare forza 10 –  tra i ricordi e l’odore della vernice, alla salsedine si mischiavano fibre di  asbesto.  Quel maledetto agente cancerogeno che veniva utilizzato dappertutto. Nelle sale macchine era pure peggio, per proteggersi dalle alte temperature si lavorava  coperti con tute di amianto. Getty, Chevron, Philips, Home Lines, Esso, Texaco, Vegaoil solo alcune delle società di navigazione “a management Cosulich”, dove purtroppo per decenni i nostri poveri e ignari marittimi hanno lavorato e poi perso la vita. E se non è accaduto durante gli anni di navigazione, è avvenuto il mese dopo o l’anno dopo la meritata quiescenza. Quanti e quanti marittimi morti prematuramente. Troppi. Da quelle petroliere, chimichiere, gassiere, se ne stavano alla larga altri colleghi di altre zone.  Se ne vedevano bene ad accettare questi imbarchi  e la Cosulich a proporglieli.  I Procidani, a differenza dei Sorrentini, dei Genovesi e tanti altri – ad esempio –  non sapevano dire no. Uno spirito abnegativo che non trovava però Sindacati, Agenzie marittime, o chicchessia,  a garantirgli qui diritti sacrosanti alla base di ogni lavoro. Ventiquattro ore al giorno, natale e festivi in quelle prigioni di ferro e veleni.   E così noi sabato conferiamo la cittadinanza onoraria all’Ing. Andrea Cosulich, per aver riempito le case di Procida di soldi in sostanza, facendo lavorare i nostri marittimi.  Accompagnandoli fin sotto le scalette di quelle navi. Una motivazione alta,  nobile ma che lascia basiti.  Passi il riconoscimento che ormai non fa più gola a nessuno  – tanto è stato depauperato negli anni – è la Fratelli Cosulich  che deve dire grazie ai marittimi procidani per aver adempiuto sempre con grande dedizione al proprio lavoro e garantito un’elevata professionalità  – agli stessi armatori – per mezzo secolo.

5 commenti su “Si alla cittadinanza Onoraria all’Ing. Andrea Cosulich, ma anche un infinito grazie ai marittimi procidani”
  1. Caro Leo vedo che sei informatissimo nonostante la tua giovane Età – già tuo Papà Michelino Pugliese era un Macchinista ha chiuso la sua carriera da Direttore di macchina- ed è forse una di quelle vittime dovuto al micidiale amianto che le navi erano impestate. condivido tutto ciò che hai scritto . giusta analisi- già la storia s’ignora- “patrizi e plebei” sperando che i fratelli cosulic- daranno loro un riconoscimento ai marittimi procidani in pompa magna.

  2. Solo dietrologia. le altri navi di quel periodo come erano costruite, diverse da quelle su cui andavano i marittimo procidani? E sui treni, nelle scuole, anche oggi non si trova forse amianto? Un attacco ai Cosulich perchè attingevano da una scuola seria e da cittadini meritevoli? Non vi sembra di esagerare? Sono anch’io di sinistra,ma il vostro articolo è oltremodo tendenzioso e insultante.

  3. Sig.ra Capuozzo,
    vada a raccontare tutte queste belle cose a chi ha perso un marito, un genitore, e lo stato ha dimenticato. Cause perse di lavoro e la cosulich purtroppo non poteva non sapere ha sfruttato la miseria di una generazione di marittimi che volevano lavorare. Nei treni e nelle scuole sono lavori privilegiati ma che dice, sei ore per non far nulla si informi prima di parlare e scrivere sciocchezze sulla vita dei marittimi che stavano 24 ore al giorno per anni a bordo se stava zitta faceva più bella figura

Lascia un commento