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TGPROCIDA

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Anche il “nostro” Sen. Giovanni Lubrano di Ricco SAPEVA dei rifiuti dei CASALESI

Ditgprocida

Nov 3, 2013

secrecatabisssRedazione | Dalla lettura inquietante dei verbali  (de-secrecati) del pentito Carmine Schiavone sullo sversamento nelle nostre terre di rifiuti cancerogeni, emerge un nome a noi procidani molto  familiare: quello del (VERDE) Sen. Giovanni Lubrano di Ricco. Uno di questi rapporti, 63 pagine, contiene non solo la deposizione del pentito, ma anche la copia di alcuni documenti da lui prodotti e messi a disposizione della Direzione nazionale antimafia e che Schiavone riferì il 7 ottobre del 1997 alla commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti di  cui il Sen. Lubrano di Ricco faceva parte insieme al presidente Massimo Scalia, al deputato Gianfranco Saraca e ai senatori Roberto Napoli e Giuseppe Specchia.

senatore

 

 

 

7 commenti su “Anche il “nostro” Sen. Giovanni Lubrano di Ricco SAPEVA dei rifiuti dei CASALESI”
  1. Al verde senatore Lubrano di Ricco vorrei soltanto chiedere: Ma tu l’insalata e la verdura in tutti questi anni dove la compravi?

  2. http://www.camera.it/_bicamerali/compo/elrifiuti.htm

    mi sembra assolutamente ingiusto mettere alla gogna l’ex Senatore come se fosse il fautore di chissà quale misfatto.

    Come si evince dal sito web era solo uno dei componenti,facevano parte della Commissione tutti i partiti di allora.

    Lo scandalo della segretezza degli atti della Commissione,finalmente resi pubblici solo ora,testimonia ,in modo inequivocabile,la collusione,se non la convivenza,con il mondo criminale ,che alimenta la vita politica ed economica del paese.

  3. Un saluto ai sempre cordiali compaesani procidani.
    Rispondo a nome di mio padre poiché, purtroppo, non è più in grado di intendere e di volere. Lui avrebbe trovato le parole giuste, essendo stato innanzitutto un uomo di legge, magistrato onesto nell’animo, oltre che sfegatato ambientalista nel WWF e non per ultimo Senatore dei Verdi che ha condotto tante battaglie per la protezione dell’ambiente tra cui il PRIMO Disegno di Legge della storia italiana sull’introduzione della figura del “delitto ambientale” (Senato della Repubblica XIII Legislatura Disegno di Legge N.3282 comunicato alla Presidenza il 20 maggio 1998 di iniziativa dei senatori Lubrano di Ricco, Pieroni, Manconi, Boco, Bortolotto, Carella, Cortiana, De Luca, Pettinato, Ripamonti, Sarto, Semenzato e Mundi).
    La secretazione degli atti relativa all’audizione del pentito Schiavone era un atto dovuto in quanto la maggior parte delle cose da lui dichiarate, essendo già state riferite ai magistrati, si trovavano sotto segreto istruttorio. Ciò non toglie che di quanto riferito dallo Schiavone ne fossero già a conoscenza i magistrati che indagavano, la Commissione antimafia nonché confermava quanto pubblicato da anni nei rapporti di Legambiente sulle ecomafie.
    Riporto quanto detto anche dalla Dott.ssa Valentina Vattani, esperta di diritto ambientale nella rivista da lei diretta “Diritto all’Ambiente”:

    DELITTI AMBIENTALI DA INSERIRE NEL CODICE PENALE?
    UNA “NOVITA’ ” VECCHIA DI TANTI ANNI FA… E MAI APPROVATA!
    Oggi si parla – e si scrive – molto di delitti ambientali da inserire nel Codice Penale. In ogni sede
    c’è chi propone questa “nuova” idea di integrare il nostro sistema codicistico con tale innovazione
    normative. Ed ognuno propone la sua formula.
    Da parte nostra ci piace ricordare che questa “novità” è piuttosto vecchia e datata. Tanti anni fa
    qualcuno ci ha provato, con un lavoro serio e puntuale. Durato mesi.
    Si trattava della “Commissione Ecomafia” istituita dall’allora Ministro dell’Ambiente Sen. Edo
    Ronchi, i cui membri dopo un impegno lungo e costruttivo elaborarono il pacchetto dei delitti
    ambientali che poi fu approvato dal Consiglio dei Ministri in data 31 marzo 1999.
    Successivamente questo pacchetto fu sottoposto all’attenzione del Parlamento che dopo lunga
    discussione – semplicemente – non lo approvò! Ed il discorso fu chiuso.
    Perchè tali “progetti” di delitti non furono approvati lo dirà la storia (o qualcuno forse lo può
    immaginare da solo). Oggi ci si riprova. E speriamo con maggiore successo, evitando che anche
    stavolta tutto resti solo un bel sogno nel cassetto che poi non si approva mai realmente.
    Il problema vero è: ma c’è una reale volontà politica di varare delitti seri per chi distrugge
    l’ambiente e traffica su sostanze micidiali?
    Anche questo sarà la storia prossima ventura a dirlo.
    Noi – da parte nostra – riproponiamo come documento storico e di interesse culturale il testo dei
    lavori finali della “Commissione Ecomafia” del 1999 con i testi dei delitti ambientali allora ideati,
    Che – peraltro – sono singolarmente simili a qualche testo di “nuova” ed attuale ideazione che sta
    circolando in questi giorni. Certamente solo una fortuita coincidenza e non certo – per restare in
    tema – una maldestra opera di “riciclaggio”…
    Dott.ssa Valentina Vattani
    Responsabile “Area Ambiente” di Diritto all’ambiente
    SEGUONO I TESTI SEGNALATI

    Un saluto ai simpatici compaesani che hanno avuto l’opportunità di conoscere mio padre.

    p.s. ci sarebbero tante altre cose che papà ha fatto per difendere l’ambiente, chi fosse interessato a conoscerle sa dove abitiamo a Procida.

    Daria Lubrano di Ricco

  4. Scusatemi

    se ritorno sull’argomento,ma forse è meglio chiarire qualcosa.

    Premesso che il titolare del tgProcida è libero di esporre un fatto,una notizia di cronaca,o altro, nel modo che ritiene opportuno,penso,però, in questo caso,abbia superato tutti i limiti dell’approssimazione,della superficialità,della negatività.

    Non voglio ergermi a censore,ma presentare un fatto grave,gravissimo,che ha coinvolto tutti,o quasi,politica, magistratura in primis,forze dell’ordine,strutture sanitarie,la stessa polazione che ha fatto finta di non vedere, organi regionali etcetc,insomma una galassia generale…,senza il minimo di analisi,di ricerca ,senza chiedersi nemmeno perchè
    c’è stato questo ” accecamento” generalizzato,

    ebbene,io penso sia un fatto gravissimo.

    Capisco pure il Dir. del tgProcida,che,nolente o volente,forse,cerca lo ” scoop ” , il “sensazionalismo” , per un pò di visibilita,ma ne perde, e tantissimo, in altre cose….

  5. Geppino e’il solito buontempone isolano, ha preso fischi per fiaschi.
    Se ci facesse capire dove in questo articolo sono additate responsabilità gliene saremo grati come comunità.
    Michele Scotto d’abusco

  6. Se prima di sparare sciocchezze a mezzo stampa ci si documentasse un po’, si eviterebbe la gratuita diffamazione di chi come pochi altri in Italia si è battuto per la difesa dell’ambiente.Mi sia consentita una banale domanda: il fatto che il Senatore Lubrano conoscesse il contenuto di un’audizione di un collaboratore di giustizia è una colpa??Il senatore -e la Commissione di cui era membro- doveva proprio indagare, per riferire al Parlamento e proporre soluzioni normative.I risultati delle indagini della Commissione furono compiutamente riferiti al Parlamento nel luglio 1998, senza nulla tacere, per cui mi pare solo frutto dell’enfasi della stampa il grande risalto dato alla decisione di questi giorni di rendere pubblico il documento integrale dell’audizione del pentito. In realtà, tutto, ed anzi molto piu’ di quanto contenuto nella audizione, era già pubblico, come emerge dagli Atti Parlamentari e, in particolare, dalla Relazione sulla Campania, votata anche dal Senatore Lubrano,http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/doc/xxiii/012/d000r.htm. Tale documento, datato luglio 1998, riferisce compiutamente anche in ordine al ruolo della criminalità campana, descrive le tecniche utilizzate nei traffici e nei tombamenti, contiene nomi di luoghi, persone e società, denuncia anche i rapporti camorra/politica e conclude sulla necessità di elaborare una nuova strategia per contrastare l’Ecomafia, rinviando alle soluzioni contenute nel documento di un gruppo di lavoro, presieduto proprio dal Sen. Lubrano Di Ricco (http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/bollet/199803/0326/html/39/frame.htm), ove, per la prima volta si propone di introdurre un apparato sanzionatorio proporzionato alla gravità del fenomeno con strumenti processuali adeguati.Quel documento a firma del senatore vostro concittadino è il riferimento primo per chiunque voglia ancora oggi comprendere il fenomeno dell’Ecomafia dal punto di vista giuridico.Se il Parlamento avesse approvato la proposta Lubrano di Ricco nel 1998 molti ecomafiosi oggi sarebbero ancora ospitati nelle patrie galere, molti luoghi sarebbero ancora salubri, tanti campani non avrebbero conosciuto il cancro.

    Mi rendo conto che il Sen. Lubrano di Ricco ha il grande “demerito” di aver salvato Vivara e poi anche quello di aver bloccato un grande progetto di cementificazione di Punta Pizzaco per cui non mi meraviglia l’astio di qualche procidano nei suoi confronti, ma sono anche certo che la maggior parte degli isolani nutre sentimenti di grande stima e di totale fiducia verso quel magistrato prestato alla politica che ha onorato Procida e che mi risulta essere stato il piu’ grande custode della sua natura e della sua cultura.Altri dovrebbero vergognarsi, compreso chi ospita commenti diffamatori e basati solo sull’ignoranza di fatti e documenti.

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