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TGPROCIDA

Raccontare il presente, capire il futuro

Emergenze sanitarie: si torna sui traghetti. Un triste tuffo nel passato per mancanza di soldi.

Ditgprocida

Set 12, 2010

 

Quattordici anni di attività solcando il mare del golfo.  Era il lontano 1996, quando venivano varate le tre motovedette ambulanze adibite al trasporto in terraferma dei malati delle isole del Golfo di Napoli.

Da allora migliaia di malati, partorienti e traumatizzati sono stati trasportati in terraferma per le urgenti cure necessarie. Da allora gli abitanti delle isole del Golfo di Napoli si sono sentiti più sicuri, riconoscendo nel personale medico di bordo e negli uomini delle capitanerie un ausilio molto importante per i problemi legati al servizio di pronto soccorso verso i nosocomi napoletani.

Ma questo filo che legava così bene una sanità isolana discreta, si è lentamente spezzato. Accoparmento dei distretti sanitari, riduzione  del personale e, da ultimo, l’inutilizzo della idroambulanza CP454 – che  risulta in avaria e che è ferma nel porto di Procida da più di un mese – e l’inutilizzo dell’ idroambulanza dell’isola di Ischia, la CP 455.

I motivi sono semplici e destano più di qualche riflessione. Le idroambulazne avrebbero bisogno di lavori di riparazione e manutenzione che si aggirano intorno ai 700 mila euro.  Una bella cifra a cui dovrebbero far fronte le ASL Napoli 2  – per quella procidana e ischitana  – e l’ ASL Napoli 5 per quella di Capri,  che restano i proprietari dei natanti che furono acquistati dalla Regione Campania  e assegnati  al patrimonio delle ASL che si occupano delle isole.

Una cifra non da poco, che nessuno ha voglia di sborsare, ma che non può non alimentare ansia e tensione fra cittadini e nei vertici delle amministrazioni locali e  delle Asl, che di fatto sono rimaste sorde alle richieste di ripristino, assumendosi una responsabiltà gravissima.

A differenza di Ischia, Procida non dispone di un “grande” ospedale, ma di un piccolo presidio ospedaliero, che con il nuovo piano regionale sanitario di luglio può ospitare sino a 9 persone in regime di ricovero, e che – soprattutto – non è in grado di garantire un servizio di pronto soccorso come quello che viene assicurato (o almeno così dovrebbe essere)  in un ospedale napoletano.

Lo stesso Sindaco di Procida, a quanto ci risulta, ha più volte sollecitato la regione, l’ASL e, da ultimo, il prefetto.

Ci auguriamo che nel più breve tempo possibile si possa di nuovo tornare a vedere le idroambulanze solcare il mare; nel frattempo saremo costretti a fare un passo indietro di decenni e  trasportare i malati con i  traghetti di linea. Dovremo cioè tornare a disperarci, e a sentirci terzo mondo a un passo dalla terraferma. Sperando, ogni volta, di vincere la corsa contro il tempo.

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