Redazione | Colibatteri fecali, veleni di ogni tipo, percentuali a rischio: allarme Usa nella Campania. Uno studio condotto dalla marina militare statunitense, per verificare la qualità dell’ambiente, offre uno scenario devastante. Il dato quanto emerge dall’ultimo documento reperibile online prodotto dalla Naval Support Activity Naples nel giugno 2010: uno “screening” dal punto di vista biologico delle terre comprese tra i Campi Flegrei e il Casertano, quelle in cui da anni gli americani risiedono, per comprendere i potenziali rischi della salute derivanti dall'”inquinamento storico della regione Campania”. Dopo un’accurata analisi dei gas nel suolo – in cui sono stati riscontrate sostanze come benezene, cloroformio, etilbenzene – si passa allo studio delle acque. Nei campioni d’acqua di tutte le 9 aree – spiega il documento – sono state riscontrate quantità di arsenico, tetracloretano, nitrati.
Tutto nasce da una lunga e accurata analisi degli acquedotti: ne sono stati analizzati 14 lungo l’intera regione Campania (fatti selezionare dalla Protezione Civile e dal personale dei laboratori Arin). Per quanto riguarda l’acqua non trattata e non filtrata all’interno degli acquedotti, la concentrazione di arsenico riscontrata “si è rivelata superiore al livello massimo di contaminazione”. In due distinti casi è stata riscontrata nell’acqua la presenza di batteri coliformi fecali. Secondo il report americano, le zone in cui l’acqua è più contaminata (con tetracloretano) sono quelle di Casal di Principe e di Villa Literno. Il tetracloretano è noto anche come tetracloruro di acetilene. È un liquido incolore di odore soffocante, bolle a 146 ºC. Nonostante la tossicità relativamente elevata, è largamente impiegato come solvente industriale e nella preparazione di vernici e lacche, pellicole fotografiche e insetticidi.
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