Rtn24 | I corvi tornano ad aleggiare sopra le stanze ecclesiastiche. Ma non solo al Vaticano, per la riforma drastica che Papa Francesco sta realizzando da quando è salito al soglio di Pietro. Si aggirano soprattutto nei dintorni di Largo Donnaregina, sede della Curia di Napoli. Animano riunioni segrete, cercano inedite alleanze interne e scrivono lettere anonime indirizzate direttamente a Bergoglio per chiedere pulizia e trasparenza. In una di queste missive datata 9 novembre un gruppo di parroci napoletani che si firmano genericamente “In Cristo, sacerdoti delusi” si rivolge a Papa Francesco e per conoscenza a Monsignor Pietro Parolin (Segretario di Stato), Monsignor Adriano Bernardini (Nunzio in Italia), Cardinale Marc Oulett (Prefetto della Congregazione dei Vescovi), Cardinale Angelo Bagnasco, Cardinale Agostino Vallini e Cardinale Claudio Hoummes. “Carissimo Papa Francesco, chi si rivolge a Lei – è l’incipit della lettera – è la parte delusa del clero napoletano. Rifacendosi al Suo discorso tenuto ai Nunzi apostolici nel mondo, ha delineato chiaramente la grande responsabilità che questi hanno nello scegliere i candidati al ministero episcopale nella chiesa universale”. Partendo da questo presupposto, viene sottolineato come “sono giorni che si fa ressa intorno al Cardinale Sepe nella speranza di essere scelto da lui come Vescovo Ausiliare”. Proprio su questi nomi, i “sacerdoti delusi” intendono mettere in guardia sui diretti interessati. “Raffaele Galdiero – viene scritto nella missiva – è noto a tutti per la sua ambizione carrieristica e inviso all’episcopato campano, quando svolse il ministero di rettore del seminario maggiore di Napoli tante furono le lamentele sul suo conto che Sepe giunto a Napoli nel mese di settembre 2006 lo rimosse dietro richiesta esplicita del clero dandogli il contentino di nomina a parroco di S.Ciro a Portici”. Poi ci sono altri particolari a rischio diffamazione. Non convince neanche Don Tonino Palmese (“non depone bene che un fuoriuscito dalla sua comunità: se era idoneo, restava con i salesiani non tradendo il carisma di Don Bosco”). Il terzo in pole position, Ponte, avrebbe addirittura svolto attività economiche. Addebiti gravi, tutti da dimostrare ma che gettano ombre sull’operato a Largo Donnaregina. Infine l’appello accorato: “Santità, scelga Lei direttamente il nostro nuovo Vescovo Ausiliare, ci sono tanti umili e semplici sacerdoti che potrebbero incarnare i requisiti da Lei richiesti: il bene della Chiesa è nelle sua mani, di uomo giusto e attento ma soprattutto dal cuore di pastore, quello che purtroppo – è la stoccata finale – non è il nostro Cardinale Arcivescovo!!”.
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1 commento su “Corvi a Largo Donnaregina. Lettera dei parroci napoletani al Papa contro Sepe”
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Povero Ponticelli…ha puntato sul carro sbagliato a quanto pare! Anche lui bramava carriera e posti al sole..mi sa che a breve ritorberà sull’isoletta con un pugno di mosche in mano!!