Redazione | I procidani, gli ischitani e l’area marina protetta: un rapporto difficile, per molti, forse perchè male o poco informati sulla reale entità e portata. Da molti è stata subito associata a qualcosa di negativo, una sovrastruttura burocratica, nata solo per imbrigliare, dettare regole, vietare insomma, qualcosa che veniva dall’esterno, calata dall’alto, maldigerita dagli isolani, indispettiti dal fatto che, d’ora in avanti, con queste regole, non si sarebbe più potuto fare “ciò che si voleva”, a mare. “E’ una questione culturale”, dicono in tanti che invece a mare e con il mare ci vivono per questo, forse, i tanti progetti portati avanti puntano soprattutto sui giovani, sulle scuole. Innanzitutto, questa difficoltà la si riscontra nei comportamenti delle sette amministrazioni comunali che compongono e gestiscono il Regno di Nettuno (Procida e le sei di Ischia): chi parla di “dicotomia” di una concezione di “separazione sbagliata” tra area marina e comuni, è il direttore dell’area marina protetta, Riccardo Strada. “Non la collaborazione CON l’area marina, perchè questa è una estensione in mare dei sette comuni, che li riunisce in un unico bene dal valore inestimabile…” “La valorizzazione della risorsa mare è importante”, sottolinea Strada, la chiave di volta si chiama: “sinergia”. Il mare quindi come valore aggiunto, come ricchezza esclusiva, che non tutti hanno e non tutti hanno il mare protetto come quello che cinge intorno Ischia, Vivara e Procida… “E’ questo il valore che dobbiamo promuovere, nell’offerta turistica dell’area marina”, sostiene infatti il direttore, mentre parla di necessità di coordinamento tra tutti gli attori presenti e fruitori del mare, diving, scuole vela, pescatori e quanti altri… Un sistema di difesa del nostro mare deve esistere, proprio per impedire quegli atti di vero e proprio “sciacallaggio marino” che si verificano soprattutto nella bella stagione, con l’arrivo dei turisti cosiddetti del “mordi e fuggi”, “che arrivano con il loro motoscafo – sottolinea Strada – non scendono a terra e nulla portano all’economia del territorio, anzi…producono solo danni, consumano solo il mare…Ad esempio, immaginate quanta Posidonia porta via l’ancora buttata da ciascuno di questi mezzi marini ogni “zappata” è un danno incalcolabile che difficilmente potrà essere rimediato…” Alla base di tutto, quindi, c’è la sorveglianza: “è fondamentale, non ci possiamo passare sopra allegramente. Nessuna regolamentazione è credibile senza controllo”. Ma non una presenza invadente o massiccia, “è importante che chi va in mare, sappia che ci sono i controlli…” Il direttore dell’area marina ricorda l’esperienza fatta nel 2009-2010, con in campo un sistema integrato di controlli effettuati con la guardia costiera: “io stesso ero in barca nel wek end, ed ho effettuato informazione ed ho anche sanzionato. Il tutto utilizzando alcuni vigili urbani che qualche amministrazione comunale ci aveva messo a disposizione”. “C’è bisogno di avere delle pattuglie di controllo in mare, con le belle parole che ho sentito finora, non si ottiene il rispetto dell’ambiente”. A tal proposito, ci informa che esiste un progetto per creare un gruppo di sorveglianza aggiuntivo alla guardia costiera: “noi pagheremo il gasolio delle motovedette, perchè la spending review ha colpito anche loro ne hanno solo per i mezzi di soccorso, fino però ad un certo limite…” E’ un progetto che partirà da subito, da questo inverno, “perchè l’area marina protetta esiste per tutti i 365 giorni dell’anno…” “Però alla base di tutto, è fondamentale una presa di coscienza della necessità della collaborazione istituzionale”: e qui, il direttore Strada sottolinea ancora una volta la difficoltà di farsi comprendere dalle amministrazioni comunali che costituiscono il consorzio di gestione del Regno di Nettuno: “è necessario creare un gruppo, ho sollecitato più volte le amministrazioni di distaccare un vigile per ciascuna, creando così una forza di sette vigili, che è più che sufficiente per creare dei turni di controllo, per cambiare quindi la situazione attuale…” Da queste parole, si può chiaramente comprendere che gli amministratori locali delle due isole, siano lo specchio della parte della popolazione isolana che continua ad avere un atteggiamento sufficiente e sospettoso con un approccio ancora sbagliato nei riguardi dell’area marina protetta…
di Amedeo Romano
D’altronde non c’è da stupirsi della diffidenza quando le regole del parco sono così stravaganti. Si protegge la Chiaia e non le Grotte e la Zi Lurenza vero catalogo della fauna e flora marina a Procida e a Ischia si continuano a svernare a mare le acque delle piscine termali piene di diserbanti e cloro, e i depuratori? Il Parco è stato approvato mentre il progetto non era ancora finito ed erano in atto le trattative con l’associazione dei pescatori. Certo, sarebbe molto più interessante se si elaborasse da parte delle due isole un progetto di riforma in modo che si possa credere al parco e difenderlo sarebbe bello, perché non c’è dubbio che il parco è necessario ed è una conquista.
La mia speranza è solo una:
Il Commissario per la spending review dovrebbe,a mio avviso,per primo atto,
CAMCELLARE questo ente inutile, parassitario.
Non serve a niente ,nè a nessuno il Regno di Nessuno..
se non a dissipare soldi pubblici.
Le leggi che governano le coste e i mari già ci sono,basta applicarle.