Domenico Ambrosino | Piange dalla gioia Elisabeth Ayala, la vedova peruviana – procidana, a cui ieri doveva essere abbattuta la casa abusiva, un manufatto di soli 20metri quadri, costruita 10 anni fa dal marito, poi morto di crepacuore, dopo pochi giorni dalla notizia dell’abbattimento. In zona cesarini è arrivata la sospensione dal provvedimento da parte della Corte di Appello di Napoli.
“Quando l’avvocato Bruno Molinaro, ieri sera, mi ha comunicato la lieta novella, non ci volevo credere. Dio è grande! Io ho una grande fede. E’ solo una sospensione del provvedimento, ma è un segnale divino. E’ un regalo di Natale che mi ha fatto il Signore! Il mio ringraziamento di cuore va, innanzitutto, ai due artefici di questa vittoria: l’avvocato Bruno Molinaro che, gratuitamente, ha preso a cuore la mia vicenda e mi sta assistendo con la sua azione giuridica; a Domenico e Gennaro Savio che con il Movimento di lotta per la casa, hanno organizzato manifestazioni e assemblee popolari per sensibilizzare autorità e cittadini intorno al mio problema. Qui a Procida, ho incontrato un mare di solidarietà. Il sindaco Vincenzo Capezzuto mi ha trovato una sistemazione alternativa, fittando una bella casa a via Santoianni. Ma io voglio restare nella mia casetta a cui mi legano tanti ricordi, in particolare i sacrifici fatti con mio marito per tirarla su, la nascita di mia figlia, le vicissitudini burocratiche, la richiesta di condono senza risposta.”
Elisabeth ripercorre mentalmente tutta la sua odissea, angosce e i momenti brutti passati, fino ai disagi e le difficoltà presenti. Ma è una donna forte. Non si è arresa e spera in un provvedimento che le consenta di salvare il suo patrimonio di 20 metri quadri “che non è solo di pietra, ma un impasto di sentimenti, di sensazioni, di ricordi”.
“Ieri sera – continua a raccontare Elisabeth – quasi per telepatia, mi ha telefonato mia sorella Taraina che vive a New York, chiedendomi quale buona notizia le dovevo dare. Quando le ho detto della sospensione dell’abbattimento della casa ha gridato “evviva”, ma subito dopo mi ha rinnovato l’invito a trasferirmi in America. Lo stesso fa mia figlia Anna, sposata e madre di una bellissima bambina, che vive a Torino. Ma io non posso e non voglio separarmi dalla mia casetta. Del resto qui a Procida – ho trovato un ambiente ricco di umanità. Quando vi sbarcai per la prima volta con mio marito, restai incantata per la sua bellezza. Decisi, così, che ci sarei rimasta per tutta la vita. Mio marito lavorava duro a bordo. Mettemmo da parte un po’ di soldi e costruimmo questo piccolo nido in cui vivere. Poi, arrivarono i problemi e la tragedia della morte del mio compagno di vita. Da allora ho tirato avanti da sola, mi guadagno da vivere facendo i servizi nelle famiglie e dando assistenza agli anziani”.
Le sue conclusioni: “Sono una persona semplice, non ho istruzione, perciò non capisco bene i motivi giuridici che hanno determinato la sospensione dell’abbattimento. Però la mia casa sta ancora in piedi. Spero in un miracolo che la salvi dall’abbattimento”.
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