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Inchiesta sul porto di Napoli, 19 persone coinvolte

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Dic 11, 2013

NAPOLI, 7 OTTOBRE 2007 IL PORTO DI NAPOLI CON IL VESUVIO FOTO ERNESTO GOGLIARedazione | Il porto di Napoli nella tempesta. La Procura partenopea ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione di 4 ordinanze cautelari di divieto di dimora nei confronti di altrettanti indagati: l’ex presidente (e attuale commissario) Luciano Dassatti e il dirigente Stefano Porciani, e gli imprenditori Pasquale Legora De Feo e Anna Ummarino. Le accuse contestate dal pm Antonella Fratello sono, a vario titolo, di turbativa d’asta e truffa. In totale, nel fascicolo ci sono diciannove persone sott’inchiesta. L’attenzione della guardia di finanza, cui sono state delegate le attività di controllo, riguardano un maxi-credito, vantato dall’Autorità portuale di Napoli, di circa 10 milioni di euro che non sarebbe stato riscosso nei confronti di importanti aziende del settore marittimo. Soldi dovuti all’Ente per canoni mai liquidati. Secondo la ricostruzione accusatoria, l’ammiraglio Dassatti, per omettere o ritardare la riscossione di un credito da circa due milioni di euro, avrebbe ottenuto dalla società debitrice la ristrutturazione del proprio alloggio di servizio, un lavoro edile costato 150mila euro. In altre due occasioni, inoltre, secondo l’accusa, due società sarebbero state favorite con un pagamento dilazionato. Una “cortesia” assai poco istituzionale non contemplata dalla normativa. Inoltre, le fiamme gialle stanno lavorando su presunte irregolarità nell’aggiudicazione della gara per la concessione delle aree e dello specchio d’acqua prospiciente il lato interno del modo Martello del porto. Una zona utile per la realizzazione di un ormeggio per un bacino galleggiante, che sarebbe dovuto servire per le riparazioni navali, di proprietà privata. Per questa vicenda, oltre al commissario Dassatti, sono indagati un dirigente del porto, i componenti della commissione giudicatrice della gara e soci e amministratori di una società operante nello scalo napoletano.

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