Redazione | Sulle spiagge, il governo cambia strada, non c’è più la vendita delle superfici occupate dagli stabilimenti balneari, ma un emendamento dei relatori della norma concordato col governo. Si prevede un mega condono per tutti i titolari di concessioni che non hanno pagato in tutto o in parte le somme dovute allo stato.
Una svolta decisa dopo il fallimento del colpo di mano tentato con la svendita delle spiagge. Pagando solo il 30% di quanto dovuto il titolare di concessione in debito con lo Stato sanerebbe totalmente la sua posizione. Negli ultimi anni lo Stato ha incassato circa 90 milioni di euro all’anno dalle concessioni balneari, e che i canoni per le aree scoperte ammontano a 1,27 euro centesimo metro/q all’anno e per quelle dove insistono attività 2,12 euro metro/q all’anno, ovvero uno stabilimento balneare di 2000 metri quadri è tenuto a pagare all’incirca 3400 euro all’anno.
La scelta del maxi condono non ha mancato di sollevare polemiche per quelli che appaino sicuri risvolti della classica soluzione all’italiana. Una scelta che si profila sbagliata perché procura un danno all’erario e dunque a tutti i contribuenti, e perché manda l’ennesimo segnale di perdono verso gli evasori. Un condono balneare che penalizza tutte le imprese oneste che hanno pagato e pagano e subiscono la concorrenza sleale di chi invece evade.Un cambio di rotta particolarmente importante per la nostra isola e apre a nuovi scenari e a nuove contestazioni in un settore particolarmente sensibile.
Ida Trofa