Redazione | Era il mese di maggio del 2012. L’Italia tremava ancora per le scosse in Emilia, ma una voce da Bologna gridava all’allarme per il Sud. Proprio nel 2013. Anche se con una entità maggiora a quella di ieri sera. Ecco chi aveva previsto il terremoto e come: E’ Alessandro Martelli, direttore del centro di ricerche dell’Enea di Bologna, che fa parte del gruppo di ricercatori, interpellato dal Tgr Leonardo, a dire nel 2012 che dopo Ferrara a fare paura sarebbe stato il sud. Gli studiosi, infatti, temevano già allora che nel meridione avrebbe potuto verificarsi un terremoto di addirittura 7,5 gradi di magnitudo. Martelli era quindi preoccupato «per il Sud Italia, Campania, Sicilia e Calabria in particolare. Ci sono tre diversi algoritmi di previsione, due elaborati da esperti nazionali e uno da sismologi russi, concordi nel prevedere un forte evento sismico in questa zona, in un arco di tempo che va da pochi mesi ad un anno, forse anche due». Il metodo, infatti, si basa sul lavoro con due algoritmi che individuano nell’attività moderata i precursori di un terremoto. «Questi strumenti – dice Martelli – non sono in grado di permettere evacuazioni o cose simili, ma sono utili per verificare lo stato di sicurezza di strutture importanti per organizzare la protezione civile e la popolazione. Si tratta di metodologie in fase di sviluppo avanzato ma che non sono ancora ben accette».
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