Redazione |Mentre sull’isola torna l’incubo degli abbattimenti e le autodemolizioni, da oggi in Senato sarà in discussione in aula un disegno di legge per la razionalizzazione delle competenze in materia di demolizione dei manufatti abusivi, che introdurrebbe una sorta di graduatoria tra gli abbattimenti da eseguire. Prima di tutto andrebbero demoliti gli immobili che costituiscono un pericolo per la pubblica e la privata incolumità, seguiti da quelli allo stato grezzo e non ultimati e da quelli utilizzati per lo svolgimento di attività criminali. Via via tutti gli altri, fino ad arrivare, per ultimi, agli abbattimenti degli immobili abitati, appartenenti a nuclei familiari che non dispongono di altra soluzione abitativa.
Il provvedimento all’esame dell’Assemblea di Palazzo Madama prende le mosse dalla condizione in cui versa la regione Campania dove, da un lato la stratificazione nel tempo di interventi abusivi, e dall’altro la mancata applicazione degli ultimi condoni edilizi, per effetto di due leggi regionali – tra l’altro in seguito abrogate dalla Corte Costituzionale – ha determinato una situazione oggettivamente ingestibile, che nell’isola d’Ischia tocca il suo apice. E’ evidente come si tratti di un fenomeno molto ampio, che da un lato rischia di creare una seria emergenza abitativa, dall’altro un evidente rischio di arbitrarietà, poiché la circostanza che sia possibile effettuare ogni anno solo una piccola frazione degli ordini di demolizione determina anche ingiustizie sociali, come testimoniato da numerose vicende di cronaca che hanno visto famiglie indigenti gravemente danneggiate dall’abbattimento di piccoli abusi di necessità, mentre dall’altra restano intatti edifici commerciali realizzati grazie ad abusi di rilevante valore.
Nella sua formula originaria il disegno di legge, che vede come primo firmatario il senatore del PdL Ciro Falanga, disponeva che il giudice trasmettesse copia della sentenza al prefetto del luogo in cui il manufatto era stato realizzato affinché questo provvedesse assicurando l’ordine pubblico. Si intendeva così attribuire alla prudente valutazione del prefetto la decisione in merito alla priorità dei provvedimenti cui dare esecuzione. Lasciare la scelta di affidare l’esecuzione dei provvedimenti a una misura discrezionale, a detta dell’opposizione e del Pd, sarebbe potuto essere interpretato come una sorta di condono implicito. Nel corso della discussione in Commissione, propedeutico all’approdo in Aula del disegno di legge, vi è stata, invece, la convergenza su un altro tipo di provvedimento che introduce criteri oggettivi di priorità per l’esecuzione della demolizione. Il testo proposto prende atto del fatto che le opere abusive presentano diversi livelli di gravità sia per il loro valore economico e il carattere speculativo, sia per i rischi per l’incolumità pubblica e privata. Altri elementi di cui tenere conto sono quelli derivanti dalla funzionalità degli immobili abusivi e del loro più o meno elevato impatto ambientale.
T.I