Redazione | Qualcuno salvi la Caremar. In attesa del pronunciamento del Tar sul ricorso della Marlword in merito a presunte irregolarità nella privatizzazione, la compagnia marittima vive un momento decisamente complicato.
E mentre prosegue il maxi sciopero di un mese indetto dai sindacati, con i lavoratori che si astengono oltre la dodicesima ora chiedendo preoccupati notizie sul contratto ponte con la Regione (che scade il 28 febbraio) e sulla continuità lavorativa dei 100 precari assunti dalla società, tornano a galla le “fantozziane” difficoltà di una compagnia in cerca d’autore.
Stamattina sono state già soppresse due corse: quella delle 10:15 da Pozzuoli e quella delle 12:55 da Casamicciola per Pozzuoli. E la compagnia ha già annunciato che non partiranno neanche le corse delle 15:10 (Napoli-Procida-Ischia) e delle 17:20 (Ischia-Procida-Napoli).
Il motivo? Presto detto. La Naiade era a secco e dalla biglietteria i poveri addetti hanno dovuto fare spallucce: «Siamo senza carburante, le corse non partono». Una singolare vicenda da Terzo Mondo, che fa il paio con quanto già accaduto due settimane fa, e che getta nuove ombre sulla logistica e sulla massa debitoria della compagnia destinata a finire tra le mani di Snav e Rifim.
Il desaparecido assessore regionale Vetrella non c’è e non vede, l’utenza è sempre più disorientata. E riecheggiano le parole preoccupate del sindacalista Emanuele Fernicola: «Qui è a rischio la sopravvivenza della Caremar e nessuno sembra preoccuparsene».
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