Redazione | Tra il paese reale e quello surreale dei comunicati stampa, c’è un abisso profondo che neanche il più navigato esperto del settore trasporti riuscirebbe a comprendere appieno. E così da un lato ci sono i poveri pendolari, studenti e utenti del mare che ogni mattina non sanno più a che santo votarsi per andare a lavorare e tornare la sera tra orari sballati, estenuanti file e I-phone sempre on line che fa da passepartout. Ogni giorno un problema, un qualcosa che non va. Una volta accade che l’ancora si incaglia, una volta nei serbatoi dei traghetti non c’è nafta, una volta il portellone e così via. Resta per fortuna la professionalità dell’equipaggio ad attenuare certi disservizi. Un girone dantesco reso in questi giorni ancora più a tinte fosche dalle condizioni meteo marine avverse che imperversano nel golfo e che “tagliano” ancor di più le corse da e per la terraferma. La cornice che gira intorno a questo quadro è quella della questione CAREMAR, della privatizzazione, dello sciopero sindacale di un mese e di alcune prese di posizione personali di assurde sigle di cooperazione. Se per la privatizzazione della società bisognerà aspettare l’italico e solito ricorso al TAR, per la gestione ordinaria la Regione Campania ha stanziato dei fondi ( circa 1.400.000,00 euro) così da permettere il pagamento degli stipendi arretrati. Resta il nodo dello sciopero che indetto solo dalla CGIL si protrarrà ancora per un po, mentre le altre due sigle sindacali la CISL e la UIL trasporti si sono sganciate dichiarando di non condividere lo stato di agitazione permanente di un mese. Atti, documenti, incontri tavole e conferenze di servizi non sono servite a venire incontro a quel paese reale che vive di quotidiani spostamenti da e per il continente. A certe gente interessa solo il lato surreale dell’azione politico e sindacale. Ancora meglio se fatta dietro un pc con mirabilanti comunicati stampa ad uso personale.