Redazione | Se fossimo a Masterchef, gli ingredienti sarebbero quelli della classica frittata alla napoletana: c’è il Pd, ci sono le primarie e c’è il giallo. Anzi, più che il giallo, il grigio fumo: quello che avvolge il destino dell’elezione del prossimo segretario regionale del Partito Democratico, prevista per domenica prossima. Incombe, in particolare, un esposto in Procura. L’ironia (amara) invece corre su Twitter: dal renziano #cambiaverso a #cambiaorario.
PARTITO NELLA BUFERA – Il Pd campano è nella bufera. Doveva essere una passeggiata per Assunta Tartaglione, deputata “post-renziana”, sulla quale si è trovata una faticosa convergenza tra i seguaci della prima ora del sindaco di Firenze (Francesco Nicodemo) e i renziani di ultima generazione, dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca a quell’areapost-Dc che va da Salvatore Piccolo a Mario Casillo, cui è legatissima da sempre la stessa Tartaglione. A contendergli la segreteria saranno (dovrebbero essere) il lettiano Guglielmo Vaccaro e il giovane Michele Grimaldi. Ma la tensione è a mille dopo quanto accaduto sabato scorso (liste presentate in ritardo, alla spicciolata), e i ricorsi incombono. Il verbale (guarda la foto in pagina) è la «prova regina» dell’«accusa», ovvero di Grimaldi, l’unico a rispettare il termine delle ore 20 di sabato scorso per la presentazione della candidatura e delle liste a suo sostegno. Grimaldi ha presentato ricorso alla commissione di garanzia regionale e a quella nazionale. Le liste presentate in ritardo (in alcuni casi anche dopo la mezzanotte) secondo il giovane aspirante segretario, vanno annullate.
TERMINE PERENTORIO – Il termine delle 20 dell’8 febbraio sarebbe perentorio, altro che indicativo: per Grimaldi la decisione di accettare le liste presentate in ritardo va contro il regolamento. Il suo ricorso verrà esaminato oggi pomeriggio, lunedì, dalla commissione di garanzia regionale, domani da quella nazionale. Proprio per avere un “punto fermo” sul quale basare il ricorso, il delegato di Grimaldi, Massimiliano Cataldo, ha chiesto e ottenuto sabato scorso la stesura di un verbale che attestasse che le uniche liste pervenute entro il termine ultimo sono quelle collegate a lui. Un verbale firmato dal responsabile organizzazione del Pd campano, Francesco Dinacci, e da Paolo Persico (membro della segreteria regionale), allegato al ricorso.
SABATO CAOS – Ma cosa è accaduto la sera di sabato presso la sede del Pd? Al di là delle dichiarazioni ufficiali, chi c’era racconta di un’atmosfera di caos totale. La Tartaglione avrebbe tentato di motivare il ritardo con un presunto guasto al citofono; le liste a lei collegate, come testimonia il secondo verbale che pubblichiamo, sono state presentate alla spicciolata, una dopo l’altra, come se venissero compilate man mano, mentre sul luogo del “fattaccio” si presentavano i “capibastone” che sostengono la Tartaglione per darle manforte. Il motivo del ritardo? Stando a indiscrezioni attendibili, i litigi furibondi tra gli stessi supporters della deputata sulla composizione delle liste per l’assemblea regionale. corrieredelmezzogiorno