Redazione | Ognuno ha la sua disfatta. Mentre in tutta Italia ( oltre 700 seggi ) il popolo delle destre tenta un rassemblement in salsa “primarie” per stabilire dirigenti, regole e simbolo nuovo, sulla nostra isola – dove AN aveva un consenso bulgaro,( 44%, forse unico comune in Italia con questo dato) nemmeno uno straccio di seggio è stato allestito per poter far esprimere gli elettori. Almeno i volenterosi del PD ci hanno provato raccogliendo – solo una settimana fa – venti voti per le primarie regionali.
Dopo che FLI – un partito che il futuro lo aveva solo nel nome – si è liquefatto, ci si aspettava che quel popolo, quel gruppo dirigente locale muovesse le chiappe nella direzione indicata da officina d’italia e iniziasse a non far rivivere fantasmi dopo che il sogno della destra finiana aveva relegato nelle urne risultati mortificanti: lo 0,46 per cento, il famoso zerovirgola, e 158mila voti.
Nulla d’imprevisto. I perché di questa scomparsa sono l’effetto logico di una catena d’errori forgiatasi già all’indomani del voto del febbraio scorso, anzi forse vanno ancora più indietro. Per uno strano paradosso i successi elettorali (4 amministrazioni di cdx) degli ultimi vent’anni hanno a lungo celato un processo involutivo — accelerato anche da tante fragilità e molti equivoci personalistici.
L’accostamento delle due ultime primarie, è perfino impietoso nel far risaltare ciò che appare nuovo e ciò che appare uscito da un vecchio film.