Bruno Molinaro | Nel decreto IMU-BANKITALIA non vi è alcuna traccia di un nuovo condono per i privati, né di una riapertura dei termini del Condono ’85!
L’unica disposizione che può astrattamente generare equivoci interpretativi (ma solo nei non addetti ai lavori) è quella di cui all’articolo 3 del decreto, ora convertito nella legge n. 5 del 29.1.2014, contenente disposizioni in materia di immobili pubblici.
Tale norma si occupa, infatti, della “valorizzazione degli immobili pubblici, in relazione ai processi di dismissione finalizzati ad obiettivi di finanza pubblica”, e viene giustificata con l’esigenza di “prevenire nuove urbanizzazioni e di ridurre il consumo del suolo”.
In tale ottica, è stabilito che, per i trasferimenti di tali immobili (dovendosi in essi ricomprendere anche gli immobili appartenenti agli enti pubblici territoriali), gli interessati hanno la possibilità di presentare la domanda di sanatoria entro un anno dall’atto di trasferimento.
Sta di fatto che, con la riapertura dei termini, viene ancora una volta modificato l’art. 40 della legge n. 47/85 ed attualizzato il principio della sanabilità degli abusi, anche in zona assoggettata a vincolo paesistico e senza nuove limitazioni rispetto a quelle già contenute nella legge n. 47/85, alla sola condizione che tali abusi riguardino immobili appartenenti ad enti pubblici, anche territoriali.
Dunque, niente di nuovo sotto il sole!
Una considerazione, tuttavia, va fatta…guardando lontano.
Come sostenuto soprattutto dai parlamentari della Campania, i prossimi tentativi finalizzati alla riapertura dei termini del terzo condono nella nostra regione non potranno essere disinvoltamente liquidati come pericolosi tentativi di destabilizzazione dell’ordinamento democratico dai soliti “guastatori per partito preso”, atteso che dal verbale di seduta relativa alla approvazione della legge di conversione si evince che a votare il provvedimento di sanatoria è stato persino Ermete Realacci, ambientalista “a vita” e noto paladino della “non condonabilità…a tutti i costi”!
Inoltre, non va sottaciuto che lo stesso Presidente della Repubblica ha ritenuto di apporre tranquillamente la propria firma in calce al provvedimento, evidentemente immune da vizi, a differenza di quanto accaduto qualche tempo fa allorquando dal decreto milleproroghe pretese con forza fosse espunta la disposizione che bloccava, per un tempo limitato, l’esecuzione degli ordini giudiziali di demolizione in Campania.
In definitiva, si può affermare che la nuova legge pone sul tappeto un serio problema di “par condicio”, non apparendo giustificabile un diverso regime tra immobili pubblici e immobili appartenenti a privati, problema sul quale la Corte Costituzionale di certo farà sentire la propria voce, avendo già qualificato in passato la normativa condonistica come incisiva riforma economico-sociale, ispirata da chiare esigenze di finanza pubblica: quelle stesse esigenze che ora sono alla base del nuovo provvedimento di sanatoria che tanto fa discutere.
Staremo a vedere!
dipari