Redazione | Il magistrato Donato Ceglie, sostituto alla procura generale di Napoli, è stato rinviato a giudizio con le accuse di concussione per costrizione, violenza sessuale e calunnia. Lo ha deciso oggi il gup del Tribunale di Roma Maria Agrimi.
Il processo comincerà il 10 giugno davanti alla quarta sezione del Tribunale. Secondo l’accusa, Ceglie, all’epoca dei fatti pm alla procura di Santa Maria Capua Vetere, abusando del suo potere avrebbe costretto Rosaria Granata, moglie di un imprenditore che era il principale imputato di una inchiesta di cui il magistrato era titolare, a rapporti sessuali prospettando una serie di benefici riguardanti il fallimento dell’azienda.
La donna fu denunciata da Ceglie per calunnia e diffamazione in seguito ad alcuni sms ed e-mail da lei inviati al pm in cui faceva riferimento alla loro relazione. Per tale accusa il pm di Roma Barbara Sargenti ha chiesto l’archiviazione (il legale di Ceglie, avvocato Giuseppe Fusco, si è opposto all’archiviazione sostenendo che ci troviamo di fronte a un caso di stalking). La decisione del gup è stata accolta con soddisfazione dall’avvocato Giulia De Lerma, il legale della Granata che si è costituita parte civile.
«Il rinvio a giudizio sgombra il campo dalle accuse di stalking che erano state rivolte alla signora Granata anche in articoli di stampa. Abbiamo scelto di non replicare confidando nell’operato della magistratura. E la decisione di oggi rappresenta una prima importante tappa di questa vicenda giudiziaria. Siamo convinti che dal dibattimento emergerà la verità e la fondatezza della ricostruzione dei fatti fornita dalla signora Granata»
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